Si fa un gran parlare di stampa eco come uno dei metodi più apprezzati da piccoli artisti e designer che scelgono di realizzare piccole collezioni mirate, in cui la cura dei dettagli e la scelta delle materie prime non è mai lasciata al caso, per opporsi ai ritmi estenuanti della moda. Oggi ve ne raccontiamo tre.
Geometrie ispirate a diversi luoghi ed epoche vengono accostate e sovrapposte per andare a creare un caos ordinato. Si possono descrivere così i capi realizzati dal designer francese Pierre-Louis Mascia per la collezione Organic Silk-Souvenir in collaborazione con la storica serigrafia Achille Pinto di Como. A differenza di altre collezioni realizzate in precedenza, in questo caso, il designer ha scelto di non limitarsi alla giustapposizione degli elementi, che caratterizza le sue opere, ma ha preferito utilizzare poche immagini prese da stampe naturalistiche d’archivio. Le nove tavole botaniche ed entomologiche del XIX secolo sono state stampate su camicette di seta biologica, prodotte senza l’utilizzo di prodotti chimici e rispettando il ciclo biologico dei bachi da seta.
Nelle Marche, Marta Baldassarri e Valentina Vitali hanno lanciato ètico – sartoria marchigiana. Entrambe con pregresse esperienze nell’industria della moda, hanno deciso di cambiare rotta e formarsi in ambito modellistico/sartoriale a livello artigianale, cercando di recuperare e promuovere un mestiere antico quanto nobile. Le loro collezioni sono realizzate con tessuti naturali, provenienti da filiere controllate o da scarti e rimanenze aziendali. Le colorazioni e decorazioni vengono realizzata con tecniche di stampa ecoprint (che attraverso processi di cottura imprime colori di fiori, foglie, radici sui materiali tessili). Dalla progettazione ai primi bozzetti, dal taglio al cucito, dalle stoffe vergini agli abiti variopinti, tutto viene realizzato nel loro atelier nel piccolo borgo di Ripe San Ginesio, ai piedi dei Monti Sibillini.
Laju Slow Apparel dall’incontro e dalla crasi dei nomi di Laura Piasentin e Juls Crivellèr. La prima, trevigiana d’origine e appassionata di cartamodelli sin da bambina, si è specializzata in modellistica e confezione così da arrivare a collaborare con diversi marchi della moda e del lusso, prima di decidere di lanciarsi a capofitto nel proprio progetto personale. Trevisana anche lei, Juls ha studiato presso la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia, per poi frequentare corsi di grafica e illustrazione alla Central Saint Martins di Londra e alla NABA di Milano e infine specializzarsi in lettering con Martina Flor, a Berlino. Nel 2017 — dopo aver lavorato come progettista presso Heads Collective e come art director presso Shado — è diventata freelance, dividendosi tra l’insegnamento (di hand lettering e ricamo), i progetti personali e il lavoro per i clienti. La loro cifra stilistica è lavorare con lentezza. Per loro “slow fashion” significa che non producono nessun tipo di capo in più rispetto a quello che viene richiesto. Inoltre, tutti i capi sono tagliati in modo da sprecare meno tessuto possibile. Una scelta precisa in opposizione ai forsennati ritmi della moda stagionale e del mercato. L’anno scorso, Laju Slow Apparel si è aggiudicato una menzione speciale “Made in Italy is” all’MM Award – International Creative Award grazie ai prodotti confezionati con tessuti naturali certificati GOTS.