Come racconta il blog EyeOnDesign, dopo le prime notizie sull’invasione russa dell’Ucraina, molti illustratori e designer in tutta Europa abbiano espresso la propria solidarietà alle popolazioni colpite. Superato il primo shock, sono partite alcune iniziative di sensibilizzazione più strutturate.
L’artista britannico Idris Khan per esempio, sta vendendo una nuova stampa intitolata I Thought We Had More Time… per raccogliere fondi per il Disasters Emergency Committee, un’organizzazione ombrello che comprende enti di beneficenza come la Croce Rossa britannica, Oxfam e Save the Children. La stampa è un’edizione limitata, disponibile solo per 10 giorni (fino al 31 marzo) sul sito di Migrate Art. Costa 300 sterline, e tutti i profitti andranno in beneficenza. Secondo un portavoce dell’artista, l’opera ha raccolto più di 100.000 sterline nelle sue prime 48 ore di vendita.
Il sito Prints for Ukraine dice che “in risposta alla tragedia insensata che si sta svolgendo mentre l’esercito russo continua a invadere l’Ucraina, Prints for Ukraine presenta artisti che lavorano con il mezzo fotografico e che hanno lavorato nel Paese”. Gli artisti attualmente partecipanti sono Philip-Lorca di Corcia, Alec Soth, Juergen Teller e Yelena Yemchuk. Le stampe sono disponibili al costo di 175 dollari. Tutti i proventi andranno a Voices of Children, un’organizzazione umanitaria con sede in Ucraina che fornisce supporto psicologico ai bambini che hanno assistito alla guerra e al Kyiv Independent, un giornale in lingua inglese che copre l’invasione russa dell’Ucraina.
In Italia c’è Collettivo Franco, che fa base a Bologna e si occupa di comunicazione e arte pubblica, utilizzando i linguaggi dell’illustrazione, del design e della stampa artigianale. Per supportare le attività di Intersos nei territori di Ucraina, Moldavia e Polonia, gli attivisti hanno quindi realizzato un poster, in collaborazione con Arci Bologna e OpenDDB – Distribuzioni dal Basso. La stampa riporta la scritta НЕТ ВОЙНЕ!, cioè “no alla guerra” e si può acquistare a questo link. In un’intervista pubblicata su FrizziFrizzi, le ragazze e i ragazzi del gruppo hanno dichiarato «Facciamo disegni e questa pratica è lo strumento che abbiamo scelto per sostenere chi si occupa di coloro che rimangono indietro, non hanno amici o parenti ad attenderli, hanno malattie o traumi e, una volta passato il confine, non sanno dove andare».
Non ci sono solo le stampe, ma anche packaging. Tra le iniziative avviate per aiutare i rifugiati, c’è quella dell’azienda Woodly, che produce mobili ecologici secondo la filosofia montessoriana. In collaborazione con CNA Parma (Confederazione Nazionale Artigianato) ha realizzato una culla automontante (che non richiede l’uso di colla per essere montata, ma funziona a incastro). Una Culla per l’Ucraina funziona anche come mezzo di trasporto di beni di prima necessità. Al suo interno, infatti, oltre al cartone ripiegato e al materassino in schiuma poliuretanica, vengono inseriti pannolini, biberon e tutto ciò che può risultare utili ai genitori in fuga dalla guerra.
di Caterina Pucci