Uno sciopero nazionale di otto ore del comparto grafico editoriale è stato indetto, su mandato ricevuto dai lavoratori, dalle Segreterie Nazionali di SLC-CGIL e UILCOM UIL per venerdì 25 ottobre 2019 (qui il comunicato del sindacato), con presidi a Roma e Milano. La manifestazione punta ad accelerare il processo di rinnovo del contratto nazionale (CCNL d’ora in poi) scaduto il 31 dicembre 2015. Fra i firmatari del CCNL ci sono l’Associazione nazionale italiana industrie grafiche, cartotecniche e trasformatrici (Assografici), l’Associazione italiana editori (Aie), l’Associazione nazionale editoria periodica specializzata (Anes), con l’assistenza della Confederazione generale dell’industria italiana (Confindustria), e i sindacati Lavoratori Comunicazione (Slc Cgil), la Federazione informazione spettacolo e telecomunicazioni (Fistel Cisl) e l’Unione italiana lavoratori della comunicazione (Uilcom Uil).

«Il contratto è scaduto da anni, si è andati avanti con una trattativa e non è mai avvenuta un’azione di sciopero finora», spiega Giulia Guida, segretaria nazionale Slc Cgil. Ad aprile c’è stata l’ultima plenaria con tutte le parti coinvolte, spiega Guida, ma i lavoratori si sono opposti alla conversione delle parti economiche fisse in welfare; alle modifiche strutturali all’attuale sistema degli orari di lavoro senza la definizione dei corrispettivi trattamenti economici ed alla vigenza contrattuale non equilibrata con l’aumento economico proposto. «Da qui è cominciato un percorso di mobilitazione, perché se almeno una delle parti non si allontana da queste posizioni bisogna intraprendere un “gioco di forze”», afferma Guida.

L’ultima proposta presentata al tavolo delle trattative prevede 55 euro di aumento sul Livello B3, 210 euro di una tantum e 313 euro di welfare. Questo consentirebbe di non diminuire la RAL (Retribuzione Annua Lorda) del singolo lavoratore, pur tenendo conto della trasformazione della tredicesima mensilità da 200 a 173 ore e la decurtazione di 6 ore e 40′ tra ferie e rol (permessi retribuiti, ndr). «Questo è un settore che avrebbe bisogno di affrontare punti critici, c’è una crisi del settore dovuta alla digitalizzazione, bisognerebbe fare una riflessione su come affrontare questi cambiamenti, sulla quantità e la capacità di fare formazione. Invece si ritiene che attraverso il contratto nazionale si possa procedere a una riduzione dei costi del lavoro, togliendo salario consolidato e sostituendolo con servizi, e che questo possa rendere le aziende più competitive. Ma non è attraverso il costo del lavoro che si risolleva questo settore», conclude Guida.

Assente fra le sigle sindacali che hanno indetto lo sciopero la Fistel Cisl, che in un comunicato a firma di Paolo Gallo, segretario nazionale, fa sapere che – stante l’obiettivo di un rinnovo che non prevedesse una decurtazione salariale e nonostante la proposta avanzata dalla controparte abbia margini di miglioramento – ci sono “i presupposti per trovare un equilibrio complessivo e soddisfacente. A tal proposito, per un settore che ormai da molti anni ha un andamento in costante discesa, sarebbe fondamentale avere un contratto in linea e aggiornato alla situazione legislativa e normativa vigente, e non obsoleto e fermo a quella di cinque anni fa. I nefasti risultati di tale situazione già sono visibili in modo preoccupante. Infatti sempre più aziende, in particolare quelle native digitali, non applicano questo contratto preferendone altri, e alcune aziende del comparto tradizionale escono dalla sfera di applicazione, entrando in contenitori contrattuali che nulla c’entrano con la tipologia merceologica del nostro settore”. 

Fra i miglioramenti apportabili alla proposta, si legge nel comunicato, la durata del CCNL e gli importi complessivi relativi sia all’aumento dei minimi contrattuali sia all’una tantum: “Noi siamo convinti che i margini per concludere finalmente in modo positivo questa complicatissima trattativa ci siano e auspichiamo che dopo il 25 ottobre si possa riprendere in modo costruttivo il tavolo del confronto per dare al settore e ai lavoratori il contratto di cui c’è tanto bisogno”, si legge nel comunicato.

Fiduciosa nel buon esito della trattativa anche Assografici, che in una circolare inviata alle aziende associate, mette in evidenza la dicotomia del fronte sindacale: “Il fatto che una delle sigle più importanti del settore abbia avuto il coraggio di assumersi la responsabilità di dividere il fronte sindacale, la dice lunga sull’equilibrio delle nostre proposte e del buon senso che ha caratterizzato il nostro operato in tutta la trattativa. Siamo infatti sempre stati guidati dalla ricerca di soluzioni mediate e sostenibili, sia dal punto di vista dei costi, sia della agibilità organizzativa, con l’unico obiettivo di poter concretamente arrivare alla firma del contratto”, si legge nel comunicato. “La Giunta di Assografici, riunitasi ieri (8 ottobre, ndr), ha confermato la disponibilità della scrivente Associazione a continuare a lavorare per un rinnovo contrattuale, purché contenga alcuni elementi di discontinuità rispetto al passato, sia dal punto di vista dei costi, sia dal punto di vista normativo e della agibilità degli istituti, in linea con la situazione economica del settore. Assografici chiarisce che la trattativa potrà riprendere, e auspicabilmente concludersi anche in tempi brevi, solo in assenza di ulteriori agitazioni sindacali e con un riposizionamento delle due sigle confederali Slc Cgil e Uilcom Uil sulla linea costruttiva mantenuta anche in questa fase dalla Fistel Cisl”, conclude il comunicato dell’Associazione nazionale italiana industrie grafiche, cartotecniche e trasformatrici.

L’Associazione italiana editori, fra i firmatari del CCNL, interpellata da Stampamedia per un commento sulla situazione, afferma – per il momento – di non voler intervenire.

 

di Giulia Virzì