Rispetto ad altri settori economici, l’impatto della pandemia sul settore retail è stato molto più vistoso. Lo confermano i dati raccolti dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. Il report mette in luce alcune delle conseguenze macroscopiche dell’ultimo anno sul settore delle vendite. In Italia, l’analisi ha coinvolto un campione di 50 top retailer e 312 PMI mostrando come i dati siano in continuità con gli anni precedenti, sebbene alcuni fenomeni abbiano subito un’accelerazione a causa dell’emergenza sanitaria.

Uno su tutti la preferenza dei consumatori nei confronti dei canali online e dei pagamenti contactless. L’introduzione di soluzioni self-scanning e scan-and-go era già stata sperimentata con successo all’interno di alcune delle principali catene di supermercati. Oggi, i clienti dichiarano di accogliere con maggior favore questi servizi, incluse le app che permettono di scansionare i prodotti e pagarli una volta entrati in negozio. La consacrazione del modello phygital, di cui abbiamo già parlato, che permette di automatizzare le fasi operative all’interno degli store, velocizzare le consegne, migliorare il servizio al cliente. Con conseguenze anche sul settore della logistica. Con l’introduzione di questi strumenti, i corrieri saranno in grado di scansionare articoli, registrare una firma elettronica, verificare un documento d’identità e scattare una foto laddove è stato lasciato un pacco. Il tutto tramite smartphone, riducendo la necessità di acquistare centinaia di scanner, dai costi spesso proibitivi.

Recentemente, il principale retailer di abbigliamento e tessuti nei Paesi Bassi Zeeman ha scelto di implementare un sistema di gestione del magazzino nel suo centro di distribuzione centrale come parte di una trasformazione della supply chain che permetterà di rifornire i propri negozi più rapidamente, evadere più velocemente gli ordini e-commerce e migliorare l’efficienza del magazzino.

L’esperienza dei negozi senza casse non riguarda più solamente colossi come Amazon, ma anche i minimarket. In Scandinavia, per esempio, l’azienda Lifvs ha inaugurato una ventina di supermercati completamente privi di personale, aperti h 24. Gli store, ubicati in grandi container, si trovano in aree rurali e in zone di passaggio in cui i negozi sono pochi e spesso chiudono presto.

Un esempio arriva anche dall’Italia. A Terni, nel negozio VivoGreen i clienti possono prelevare i prodotti, posarli in borsa e uscire senza passare dalle casse. Una tecnologia ad hoc identifica i prodotti e ne addebita direttamente il costo sulla carta di credito.  

di Caterina Pucci