Il piano che RCS Mediagroup sta elaborando – e che sarà da approvare nei prossimi giorni – è ancora tutto da discutere con azionisti e parti sindacali. Va detto però che non è fatto solo di tagli, dismissioni, esuberi, cessioni. Sono previsti anche investimenti (300 milioni di euro), rilanci di testate, e tanta voglia di fare innovazione per trovare vie alternative di business. Così sembra, almeno stando ai rumor che circolano. Si parla infatti di un’iniezione di fiducia trasmessa dagli alti vertici di via Rizzoli ai capi reparto. La parola d’ordine in azienda è: digitale. E ciò vale per tutte le aree di business, dal sistema Corriere e Gazzetta ai Periodici; dalla Libri alla Pubblicità. Ebook e app, restyling dei siti di alcune testate, ma anche riorganizzazioni interne che dovrebbero generare efficienze economiche e razionalizzazioni produttive. Questo è quanto si dice. Rilancio delle attività In questi giorni i media enfatizzano gli aspetti negativi anche perché, a onor del vero, il piano industriale fin ora diffuso non è chiaro nei dettagli operativi. Si indicano linee guida, possibilità di intervento, si parla di investimenti da indirizzare sulle attività cosiddette core. Insomma questo e poco più. Non a caso il Comitato Aziendale Europeo di Rcs Mediagroup ieri ha dichiarato: «il piano si regge su un equilibrio finanziario ancora soggetto a numerose incognite, poiché si basa anche su un aumento di capitale da parte degli azionisti non definito negli importi, nelle modalità e nelle finalità. Le prospettive di sviluppo del fatturato di gruppo, affidate in larghissima parte alle attività collegate al digitale, sono tutte da verificare nella loro realizzazione concreta, e ancora indeterminati sono gli ambiti di intervento degli investimenti industriali previsti». Aspettando i primi di marzo Il prossimo CdA che darà il via alla rivoluzione digitale si terrà nei primi giorni di marzo. Nel frattempo, la mobilitazioni e le assemblee sindacali sembrano circoscritte ai soli giornalisti delle testate, ma i tagli, confermati per ora, riguardano tutti i dipendenti. Si spera che l’accelerazione verso la multimedialità, l’internazionalizzazione e la tutela della qualità dei brand forti del Gruppo porti a un recupero e, soprattutto, a una crescita delle marginalità. Ce lo auguriamo tutti.
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