Il fatturato 2019 del settore italiano delle macchine da stampa, per il converting e il packaging ha chiuso in calo rispetto a quello dell’anno precedente. Secondo i dati preconsuntivi di Acimga – l’Associazione costruttori italiani macchine per l’industria grafica, cartotecnica, cartaria di trasformazione e affini, attiva dal 1947 nella promozione delle tecnologie di stampa italiane – i produttori di macchinari hanno fatturato il 2,4% in meno rispetto al 2018, per un totale di 2 miliardi e 810 milioni di euro (erano 2,880 mld nel 2018). A far invertire la rotta dopo anni di crescita soprattutto la flessione dell’export; in calo anche l’import.
L’Italia è il secondo esportatore al mondo di macchine per il printing, il packaging e il converting e deve alle vendite all’estero circa il 60% dei ricavi. E a subire la battuta di arresto più forte nel 2019 è stata l’esportazione, che segna un -9,3%, assestandosi a una cifra di un miliardo e 680 milioni di euro con un calo di oltre 173 milioni di euro. In calo anche le importazioni (-14,5%) che si assestano a 500 milioni di euro nel 2019, mentre aumentano le vendite dei produttori italiani sul mercato interno (+9,9%) con il consumo apparente in leggera crescita a +1,1% (un miliardo e 630 milioni di euro).
«Il 2019 era iniziato discretamente bene, ma già dal secondo trimestre abbiamo visto un calo di ordini. A penalizzarci è stata soprattutto l’incertezza internazionale con la Brexit e la guerra dei dazi tra Cina e Usa, oltre al rallentamento dell’economia tedesca. Anche sul piano interno, poi, la plastic tax non è stata certo uno stimolo agli investimenti», ha commentato il presidente di Acimga Aldo Peretti.