Avevano intrecciato e poi diviso le loro strade l’anno scorso ma il destino sembra avere in qualche modo di nuovo accomunato il futuro di due storiche aziende di stampa come la Amilcare Pizzi e le Officine Grafiche Novara 1901, conosciute sul mercato con il marchio Deaprinting. Per una infatti si è già concretizzato e per l’altra si prefigura la discesa in campo di un “cavaliere bianco” in grado di assicurare la prosecuzione dell’attività anche se con possibili dolorosi sacrifici occupazionali a Novara. Cessato anzitempo l’affitto del ramo d’azienda della Pizzi a parte di Deaprinting, l’impresa di Cinisello Balsamo era tornato nei mesi scorsi sotto le cure del liquidatore nominato dal Tribunale all’interno della procedura di concordato preventivo in bonis. Il liquidatore aveva fatto un bando, scaduto a fine gennaio, con una base d’asta per le attività della Pizzi di 3,8 milioni. Bando che inizialmente aveva prodotto più di un interesse (dalla Rotolito Lombarda a, si dice, il gruppo Rotosud di Mario Farina) ma senza nessuna offerta. Che invece è arrivata da parte del gruppo Pozzoni. E proprio ieri il gruppo di Cisano Bergamasco, attraverso Elcograf, ha firmato l’atto notarile per il passaggio di proprietà della Pizzi acquisendo l’attività roto (non la parte piana) e quindi assumendosi in carico anche i 57 dipendenti attualmente in cassa integrazione. Tanto che già da oggi la fabbrica sarà riaperta con una prima squadra al lavoro per le classiche operazioni di pulizia, manutenzione e riavvio delle macchine per poi riprendere gradualmente la produzione, riassorbendo parte del personale, in base alle commesse che arriveranno a Cinisello.
La Deaprinting, invece, sembra sempre più destinata a essere acquisita dalla Caleidograf del gruppo Spreafico. Proprio in queste ore, grazie alla presentazione della domandata di concordato preventivo, non ancora omologato, è stato possibile, fanno sapere fonti sindacali, firmare la richiesta di altri due anni di cassa integrazione per i 142 dipendenti delle Officine Grafiche. Il cui destino però appare molto incerto. Caleidograf, che ha già comprato una 48 pagine Goss di Deaprinting trasferita nello stabilimento di Robbiate, e un’altra 48 sempre Goss in fase di smontaggio a Novara, sarebbe interessata anche alla terza rotativa, una sedici pagine. Sindacati e dipendenti, che presidiano lo stabilimento di Novara, dove l’attività per ora è ferma, si oppongono però al trasferimento di queste due macchine che significherebbe di fatto la chiusura del reparto rotooffset a Novara, dove resterebbero solo le tre macchine piane in grado di occupare solo una quindicina di operai e sette impiegati, con il rischio quindi della mobilità per oltre cento dipendenti. La Caleidograf avrebbe manifestato l’intenzione di rilevare anche l’attività piana, lasciandola a Novara probabilmente in un’altra sede, ma i sindacati vorrebbero che rimanesse in loco anche una parte della produzione in rotativa per ridurre i sacrifici occupazionali. Intanto era stata chiesta la cassa ordinaria anche per la Legatoria del Verbano (una cinquantina di dipendenti) per cui potrebbe aprirsi la strada della vendita tanto che, sempre in base a voci di mercato, ci sarebbero già due cordate piemontesi interessate, una delle due rappresentata dal gruppo Roletto.