Se andrà in porto sarà probabilmente il più importante investimento del 2017 sul fronte delle maxi rotative. Un investimento come minimo di 10 milioni di euro. E’ quello al quale sta pensando il gruppo Pozzoni – con già una “mezza idea” sul tipo di impianto e sul suo costruttore privilegiando l’innovazione tecnologica e le performance produttive – per ricostituire il parco macchine della Elcograf di Pozzo D’Adda, ridotto a causa dell’incendio scoppiato il 15 dicembre dell’anno scorso. Un evento – per il quale non sono ancora del tutto chiare le cause anche se si presume un surriscaldamento di alcune parti meccaniche – che aveva comportato la distruzione di una rotativa a 64 pagine. Una delle tre roto di questo formato alla quale si aggiunge una linea a 48 pagine.
Riparati i danni allo stabilimento, con un intervento lampo durato pochissimi giorni, l’attività della Elcograf nel sito di Pozzo D’Adda era ripresa senza problemi anche per quanto riguarda il personale, evitando ricorsi per esempio alla cassa integrazione, e spalmando gli ordini (in particolare nel settore editoriale e commerciale) sugli altri stabilimenti del gruppo di Cisano Bergamasco.
La volontà del gruppo Pozzoni, comunque, è quella di sostituire la 64 pagine bruciata con una nuova macchina. Allo stato non è dato sapere a chi sarà affidato l’ordine ma, come spiega Maurizio Vercelli Dequarti, responsabile delle risorse umane e degli affari legali del gruppo di Cisano Bergamasco, nei prossimi mesi dovrebbe concretizzarsi. In questo modo Elcograf tornerà a disporre di 12 rotooffset in produzione. Attualmente infatti oltre alle tre macchine che “girano” a Pozzo d’Adda ci sono i tre impianti della sede di Madone (due 80 pagine messe in produzione dopo il rilevamento di una parte della ex Roto2000 e una rotativa di formato più piccolo), le tre rotooffset (una 64, una 48 e una 16 pagine) in funzione Verona (la ex Mondadori Printing) e le due 64 pagine che lavorano a Cinisello Balsamo dove Pozzoni aveva rilevato la ex Pizzi. Completano la capacità produttiva del gruppo d Cisano Bergamasco otto macchine piane installate a Verona, gli impianti per la stampa di libri dello stabilimento di Cles (tre Cameron ancora perfettamente funzionanti e due Timson) e le nove rotocalco: cinque sempre nella ex Mondadori Printing d Verona e quattro a Melzo.
Una super capacità produttiva che non viene utilizzata completamente (siamo nell’ordine del 50-60% del riempimento degli impianti) perché il mercato editoriale e commerciale continua a soffrire. Il 2017 infatti, sottolinea sempre Vercelli, è iniziato con un trend debole che ha confermato la frenata dell’ultima parte del 2016, anno invece che era cominciato con segnali di ripresa. La speranza quindi è che il 2017 inverta la tendenza e che dopo una partenza frenata torni ad accelerare nella seconda parte.