Una riorganizzazione dei siti produttivi all’insegna dell’accentramento, un unico marchio presente sul mercato e – per ora e al tempo del Covid – una pausa alle strategie di crescita per linee esterne e agli investimenti. Alla vigilia della fine di un anno, il 2020, segnato dall’emergenza pandemica che ha avuto pesanti effetti anche sull’industria grafica, a spiegare le ultime mosse della Poligrafici il Borgo (gruppo Amodei), la prima realtà della stampa roto e piana dell’Emilia Romagna e tra le prime del panorama nazionale, è Vincenzo Geslao. Che innanzitutto ricorda come a giugno, secondo i piani aziendali volti a una semplificazione del gruppo, sia stata portata a termine la fusione per incorporazione delle aziende di stampa del gruppo comprese quelle acquisite negli ultimi anni come la Cantelli Rotoweb (2016) e la ex Rotolito Emiliana (poi Centro stampa Altedo) rilevata prima in affitto e poi in proprietà dalla procedura di liquidazione avviata nel 2016.
Da giugno quindi quella che era diventata la Nuova Cantelli, il Centro stampa Altedo e la storica Polipress – tutte aziende collocate nell’area bolognese-emiliana – sono state integrate e hanno preso il nome del Poligrafici Il Borgo. Dopo questo primo passo a livello societario è proseguita in questi mesi, spiega sempre Geslao, anche la riorganizzazione produttiva volta a un efficientamento degli impianti roto e piani concentrandoli in meno siti produttivi.
Così la stampa piana era ed è rimasta in capo alla ex Polipress con la dotazione di tre macchine 70×100 Manroland, due a cinque colori e una a sei. Sul fronte rotative invece è in corso di trasferimento nello stabilimento storico della Poligrafici Il Borgo della rotativa a 64 pagine Kba che finora girava presso l’impianto del Centro stampa Altedo (ex Rotolito Emiliana) in via di chiusura. La 64 pagine si affiancherà alla 80 pagine Lithoman del Poligrafici Il Borgo e alla 16 pagine Kba che dovrebbe essere trasferita l’anno prossimo dalla sede di Castel Maggiore della ex Nuova Cantelli, dove era in funzione anche una 48 pagine sempre Kba andata distrutta da un incendio lo scorso febbraio. La riorganizzazione e riduzione degli impianti non prevede per ora effetti sul personale, 111 dipendenti che stanno usufruendo, come del resto gran parte delle aziende grafiche, della cassa Covid a rotazione.
Il 2020, sottolinea Geslao, ha subito gli effetti della pandemia che ha comportato – come del resto per tutto il settore – una riduzione dei volumi delle commesse e quindi di conseguenza anche i ricavi del gruppo dovrebbero subire una flessione. Un po’ tutti gli stampati hanno risentito della crisi, dal commerciale all’editoriale mentre ha mostrato migliori segnali di tenuta il comparto della stampa dei volantoni della Gdo alimentare. Quanto al futuro è difficile prevedere una sensibile ripresa di fronte a un mondo che, anche a causa del Covid, punta sempre di più sulla comunicazione digitale. E in questa fase di incertezza quindi per ora il gruppo non prevede nuovi investimenti in operazioni di merger and acquisition dopo quelle effettuate negli ultimi anni. E riguardo alle voci di possibili intese con il gruppo Pigini (Tecnostampa e Rotopress) di Loreto, conclude Geslao, sono del tutto infondate. Non c’è mai stato nulla ma solo “rapporti di buon vicinato”, così come con altri grandi stampatori, per darsi una mano in caso di difficoltà.
Foto da poligraficiborgo.it
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