Ore decisive per il futuro della Amilcare Pizzi, la storica azienda di Cinisello Balsamo. Il 29 gennaio (domani) scade infatti la proposta per accogliere manifestazioni di interesse fatta dal liquidatore della società, messa a suo tempo nella procedura del concordato preventivo, con un importo base per l’asta di 3,8 milioni di euro. Una data decisiva perché le Officine Grafiche Novara 1901, conosciute sul mercato con il marchio Deaprinting, il cui principale azionista è la Mascagni srl collegata a Tim Management, che avevano rilevato nella primavera scorsa la Pizzi con la modalità del contratto d’affitto del ramo di azienda hanno deciso di non rinnovare l’affitto e di non fare valere l’opzione per l’acquisto. In pratica, la Pizzi viene lasciata al suo destino.
E’ comprensibile quindi lo stato di allerta già scattato tra i dipendenti (una sessantina) e i sindacti sul futuro dell’azienda di Cinisello Balsamo. Da più parti si era invocato e sperato in un intervento di Pozzoni, ma il gruppo di Cisano Bergamasco, già impegnato nel rilancio della Roto2000 di Casarile (per cui verrebbe confermato dopo il contratto d’affitto in sede di liquidazione l’acquisto della società, una volta espletati tempi e procedure previste dal Tribunale) avrebbe deciso di non partecipare a questa nuova avventura imprenditoriale. In pratica, non farà alcuna offerta per la Pizzi.
La speranza quindi è che si concretizzi un altro acquirente. Voci di mercato parlano dell’interesse di un’altra grande azienda, ma solo domani, quando si chiuderà la partita, si potrà capire se esiste davvero un futuro per la Pizzi.
Nell’aprile del 2014, l’operazione condotta dalla Deaprinting aveva portato a rilevare, come si diceva con la formula dell’affitto, la Pizzi da parte del gruppo di Novara che vede oggi alla presidenza, dopo l’uscita di Federico Cherubini, Cesare Tocchio che ha lasciato la carica di ad a Mario Cacciatore. L’affitto della Pizzi aveva portato le Officine Grafiche Novara 1901 a chiudere il reparto rotooffset trasferendo una ventina di dipendenti, su un totale di 40, a Cinisello e di fatto mettendo in vendita le macchine. Una prima rotativa a 48 pagine era sta venduta all’azienda lecchese Caleidograf ma sarebbe in corso anche lo smontaggio di una seconda rotativa, sempre a 48 pagine, anch’essa destinata, sempre secondi fonti sindacali, al gruppo guidato dalla famiglia Spreafico che potrebbe anche acquistare la terza e ultima rotativa ferma a Novara, una M600.
La riorganizzazione produttiva tra Deaprinting e Pizzi, annunciata un anno fa come la nascita di un nuovo polo grafico da oltre 60 milioni di euro di ricavi non avrebbe avuto il successo sperato a causa del deterioramento del mercato e dei margini. Da qui quindi la scelta del gruppo novarese di abbandonare la Pizzi. Con il rientro, secondo gli accordi sindacali, dei 20 dipendenti distaccati a Cinisello (che finirebbero comunque in cassa integrazione come il resto della forza lavoro del reparto roto di Novara) e un futuro incerto per l’azienda di Cinisello destinata alla cessazione dell’attività con la messa in cassa integrazione dei dipendenti finalizzata alla mobilità e alla vendita del parco macchine (due rotative da 64 pagine Lithoman e due KBA a 48 e 16 pagine mentre il reparto macchine piane conta su 3 KBA di grande formato 120×160 di cui due a 5 colori e una a 4) se non spunterà un “cavaliere bianco” in grado di salvarla.