Tredici giorni per allestire 2 padiglioni completi su una superficie di circa 11.000 mq, con 90 espositori, 40 linee di produzione e 6.435 visitatori registrati. È questa la carta d’identità degli Hunkeler Innovationdays, l’evento internazionale che si è tenuto dal 21 al 23 febbraio alla Fiera di Lucerna, in Svizzera e che prende il nome dall’omonima famiglia. Da circa un anno Stefan Hunkeler è subentrato al padre Franz alla presidenza del Gruppo, lasciando al fratello più giovane Michel la carica di CEO.
Giunta all’ottava edizione, la manifestazione ha vissuto negli anni una crescita esponenziale guadagnando una connotazione internazionale che travalica i confini europei per abbracciare altri continenti, come ad esempio Asia, Africa e Oceania (6% dei visitatori) e America (7%). La parte del leone è spettata anche quest’anno ai Paesi di lingua tedesca (Germania, Austria e Svizzera) che hanno portato il 56% dei visitatori, seguiti da Gran Bretagna (8%), Francia (8%), Europa dell’Est (7%) e il resto d’Europa (8%).
Il format vincente è quello di annoverare tra gli espositori i più importanti produttori di macchine da stampa digitale, offrendo al visitatore una simulazione di quanto potrebbe avvenire all’interno di un’azienda grafica, ossia il ciclo di produzione di uno stampato dall’inizio alla fine. Pur essendo presenti varie soluzioni di stampa elettrofotografica, la stampa inkjet anche quest’anno ha avuto un ruolo da protagonista e i visitatori hanno potuto toccare con mano i progressi compiuti da questa tecnologia in termini di qualità, produttività e polivalenza di applicazioni. Dopo aver conquistato il mondo del libro in bianco e nero, i fornitori di motori di stampa stanno cercando di accelerare la loro penetrazione nei mercati editoriale e commerciale. Nonostante il costo più elevato degli inchiostri rispetto alla stampa tradizionale, gli stampatori guardano con interesse crescente alle rotative digitali che rispondono alla richiesta di basse tirature nell’ambito dei libri, come pure alla personalizzazione in quadricromia nel settore del direct marketing.
Ciò che è emerso anche in occasione degli Hunkeler Innovationdays è che la stampa inkjet è ormai in grado di stampare su un’ampia varietà di supporti e in alcuni casi può stampare su carte offset patinate e non senza la necessità di applicare un primer. Naturalmente la possibilità di utilizzare carte standard e non dedicate ha un grande vantaggio, soprattutto di carattere economico. Attualmente esistono due modalità per evitare l’impiego di carte dedicate. La prima opzione è quella di utilizzare inchiostri pigmentati che evitano l’uso di un gruppo di pretrattamento a monte della macchina da stampa e che consentono di stampare direttamente su tutte le carte patinate. Questa soluzione è stata presentata da Xerox con gli inchiostri pigmentati High Fusion Ink (utilizzati sulla Trivor 2400) e da Screen (la cui Truepress 520 HD viene distribuita da Komori) con Truepress Ink che permette di stampare direttamente le carte patinate.
La seconda strada scelta per evitare l’utilizzo di carte speciali passa per l’integrazione di un passaggio di pretrattamento prima della stampa, in modo da poter utilizzare la quasi totalità delle carte disponibili sul mercato. Era possibile vedere un simile dispositivo in dimostrazione sullo stand di Canon e HP.
Kodak ha scelto di presentare le testine UltraStream, che possono essere integrate in linee di produzione esistenti per personalizzare documenti prestampati con una qualità elevata di 600×1800 dpi, che si avvicina alla resa di stampa offset.
Ma per garantire il successo di un modello di business basato sulle basse tirature è necessario abbinare la stampa alla finitura, ben rappresentata all’evento di Lucerna. Oltre alle soluzioni del “padrone di casa” anche quest’anno erano visibili soluzioni di altri produttori, come Müller Martini e Horizon. Non ammessi alla manifestazione, invece, i concorrenti diretti, come Tecnau e Kern.
Sul prossimo numero del Poligrafico troverete un resoconto più dettagliato dell’evento.