Dopo il fermo forzato dovuto all’emergenza Covid-19, il settore dell’hospitality si prepara a una lenta ripresa. Come spiegava qualche giorno fa Sonja Angerer, sul sito di Fespa, il cambiamento che ha investito il nostro modo di fruire degli spazi (sia pubblici che privati) potrebbe aprire nuove opportunità applicative per stampatori e professionisti dell’interior decor.
Lo ha ribadito anche il convegno digitale “2021 – Progettare la nuova ospitalità”, organizzato per l’edizione 2020 del progetto Elle Décor Grand Hotel, che auspica la rinascita di un turismo lento e diffuso, che passi attraverso una diversificazione dell’offerta e un’ibridazione tra gli spazi di lavoro e quelli di svago.
Se da un lato l’esigenza di chi viaggia per lavoro, solitamente, è quella di avere una camera pulita e una connessione veloce, chi riprende a viaggiare per piacere, tende a preferire camere dall’aspetto confortevole, con un arredamento che richiami le tradizioni o le abitudini locali. Inoltre, gli spazi comuni (ristoranti, aree benessere, palestre) dovranno essere riprogettati per far fronte alle nuove esigenze di sicurezza che la pandemia ha reso necessarie.
Grazie alle infinite possibilità di personalizzazione e alla capacità di adattarsi a un’ampia gamma di supporti, la stampa digitale potrebbe aprire nuove opportunità creative nell’ambito dell’interior e dell’Ho.re.Ca. Carte da parati, complementi d’arredo (tende, cuscini, tovaglie) pannelli e piastrelle: sono solo alcune delle applicazioni che è possibile realizzare con stampanti di grande formato.
Chiaramente l’utilizzo della stampa digitale nell’ambito della decorazione di interni pone delle sfide tecniche non da poco. Una su tutte la necessità di garantire stampe di elevata qualità che siano, al contempo, lavabili e resistenti a detergenti aggressivi, alte temperature, sfregamento. un’altra questione riguarda il perfezionamento degli inchiostri che – eccezion fatta per quelli tessili base acqua – non sono formulati per restare a contatto con la pelle. Infine, tra le priorità, c’è quella di garantire stampe inodori, realizzate con inchiostri certificati.
A proposito di certificazioni, secondo Angerer, bisogna aumentare la consapevolezza degli stampatori sul rispetto di tutta una serie di requisiti normativi – in primis la certificazione europea EN 13501-1 – in assenza dei quali non è possibile operare efficacemente in un settore competitivo come quello dell’interior.