Era già successo nel 2013 (ma allora alla fine era stato trovato un accordo) e si è ripetuto quest’anno. Stiamo parlando della decisione della Arnoldo Mondadori Editore (AME) di mettere in discussione anticipatamente il maxi contratto di stampa (del valore di circa 50 milioni di euro) con la Elcograf del gruppo Pozzoni. Ovvero l’azienda che fa capo al gruppo bergamasco guidato da Mario Pozzoni che nel 2008 acquisì la ex Mondadori Printing siglando un contratto pluriennale per le commesse di stampa di periodici e libri proprio della casa editrice di Segrate.
Nel 2013 la Mondadori aveva già deciso una prima volta di rivedere il contratto ma poi venne raggiunto un accordo (rivedendo al ribasso il prezzo) per modificarlo e mantenerlo in vigore. Quest’anno, la situazione si è riproposta ma con esiti molto più incerti, margini ridotti per trovare un’intesa e il rischio per circa 700 posti di lavoro. Ovvero il personale impiegato dal gruppo Pozzoni (con Elcograf) nello stabilimento veronese di Borgo Venezia (440 circa), in quello di Cles (130 nell’impianto dedicato alla stampa di libri) e a Melzo (120 dipendenti, stampa rotocalco di riviste).
Da qualche mese, infatti, è iniziata la sospensione di importanti commesse di stampa di prodotti Mondadori presso gli stabilimenti Elcograf per un giro d’affari stimato per oltre i 12 milioni di euro e in futuro questa progressiva riduzione potrebbe continuare.
La Mondadori, guidata dall’ad Ernesto Mauri, avrebbe deciso di disdettare anticipatamente il contratto con Elcograf (che scadrebbe alla fine del 2021 con l’opzione di rinnovo per altri tre anni) dopo aver chiesto al gruppo Pozzoni di rivedere al ribasso non solo il prezzo ma anche i volumi di stampa e la stessa durata dell’accordo. Una richiesta ritenuta non sostenibile dal gruppo bergamasco.
Il risultato è stata la decisione di Mondadori di ridurre le commesse e la risposta per vie legali del gruppo Pozzoni che ha aperto un contenzioso arbitrale sul rispetto del contratto.
In attesa di capire come finirà la guerra giudiziaria (ma ci vorranno mesi se non anni), la riduzione delle commesse da parte di Mondadori ha messo in crisi la capacità produttiva degli impianti Elcograf. Mondadori ha già infatti dirottato verso altri grandi gruppi del Nord Italia e del Centro la stampa di diversi periodici (come Donna Moderna, Confidenze, Tele+, Tu Style, Starbene, Focus, Guida tv) e libri (Piemme e Sperling & Kupfer). Le conseguenze negative su Elcograf di questa decisione presa dalla casa di Segrate si stanno facendo sentire in particolare a Verona, dove è già stata introdotta la cassa integrazione, un po’ meno per ora a Cles e a Melzo, dove il venir meno dei periodici Mondadori stampati in rotocalco è temporaneamente compensato dal lavoro trasferito dalla Eurogravure di Treviglio, dove è ancora aperto il contenzioso sindacale dopo l’acquisizione della società, insieme con il Niiag di Bergamo, da parte di Elcograf.
Se proseguissero e si aggravassero le conseguenze negative del taglio commesse di Mondadori però Elcograf sarebbe costretta ad ampliare il ricorso agli ammortizzatori sociali e in futuro non sarebbe esclusa neppure la scelta drastica di ridurre sensibilmente la forza lavoro a Verona, Cles e Melzo se non addirittura pensare a una vera e propria chiusura di impianti.
Prospettiva che ha subito allarmato i sindacati che hanno già fatto scattare la mobilitazione con otto ore di sciopero a Verona, a Melzo e a Cles e in difesa dell’occupazione sono scese in campo anche le istituzioni, dal sindaco di Verona, Federico Sboarina, a quello di Melzo, Antonio Fusè, dai parlamentari veneti ai consiglieri regionali. Infine, ai sindacati che hanno accusato il gruppo Pozzoni di far pagare le conseguenze ai lavoratori della recente campagna “aggressiva” di acquisizioni, l’azienda ha risposto che non “c’è alcun collegamento tra le acquisizioni effettuate nel 2018 e la scelta di Mondadori di mettere in discussione il contratto in essere. In primo luogo perché non vi è coincidenza temporale tra le richieste di Mondadori e le acquisizioni, in secondo luogo poiché proprio il contratto assicura la produzione di libri e periodici ‘secondo tariffe e termini concordati’, peraltro calanti. Da ultimo l’azienda fa rilevare come, proprio grazie alle acquisizioni, si è ridotto il peso percentuale di Mondadori sul fatturato complessivo di Elcograf e come, nello specifico, senza di esse la crisi innescata dal venir meno delle commesse AME sarebbe di gran lunga peggiore in tutti e tre gli stabilimenti coinvolti. Ad ogni modo Elcograf, che si è formalmente dichiarata disponibile al un confronto a tre con Mondadori, chiesto dai sindacati, ha rassicurato le Istituzioni circa il proprio impegno ad affrontare la grave crisi in atto con il massimo della responsabilità sociale”.
di Achille Perego
foto: dall’account Twitter di UGL Confederazione