La modenese Golinelli Communication Lab ha deciso di vendere Lito Group poco più di un anno dopo aver acquisito, con questo veicolo societario, la Litographic che stava vivendo un momento di grave difficoltà. Per l’azienda di Formigine potrebbe sembrare un passo falso, o perfino un passo indietro, ma la realtà è diversa ed è per certi versi una dimostrazione che il settore grafico sta ritrovando la sua vitalità. Ma andiamo con ordine: prima la notizia, e poi la ricostruzione della vicenda che Stampamedia aveva raccontato nell’ottobre del 2014.
Con una comunicazione di poche righe, inviata solamente ai clienti e ai fornitori, Paolo Golinelli, titolare dell’azienda fondata nel 1951, ha confermato di aver venduto la società Lito Group Srl, industria grafica e cartotecnica.
Le quote della società sono state vendute circa due settimane fa, precisamente il 12 gennaio, a tre soggetti: a Ceramica Colli di Sassuolo SpA per il 40%, a Marco Manni, presidente della stessa Ceramica Colli, per un altro 40%, e per il rimanente 20% alla Fiduciaria Emiliana SpA. Lito Group Srl, termina la breve nota di Golinelli, era stata fondata nel 2014 per l’acquisto dal Tribunale di Modena del ramo cartotecnico della Litographic Group SpA in concordato preventivo.
Fin qui i fatti. Ma perché la Golinelli Communication Lab ha deciso di vendere Litographic Group? L’acquisizione era stata progettata con l’intenzione di diversificare la produzione, riuscendo così a gestire direttamente particolari realizzazioni cartotecniche per il mondo della ceramica, come cartelli per le vetrine e strumenti di comunicazione nel punto vendita, in precedenza affidati in outsourcing. Questo progetto per avere successo prevedeva un’integrazione a tutto campo tra le varie componenti aziendali, che evidentemente si è rivelata più ardua del previsto.
Il ramo d’azienda di Litographic Spa era stato affittato da Lito Group Srl (controllata al 100% dalla Golinelli) dal Tribunale di Modena mentre si trovava sottoposta al concordato preventivo. Nella circostanza Lito Group Srl aveva inoltre sottoscritto con il Tribunale anche un patto irrevocabile di acquisto. Nel giugno del 2015 il Tribunale aveva omologato il concordato preventivo, e pochi mesi dopo – e siamo a dicembre 2015 – il passaggio decisivo: Lito Group Srl ha comperato dal Tribunale ciò che aveva già in affitto, cioè il ramo d’azienda cartotecnico di Litographic Group.
Con questo passaggio societario nei giorni scorsi Golinelli ha potuto vendere il 100% delle quote di Lito Group, rinunciando ai propositi di integrare le due realtà. È stato lo stesso Paolo Golinelli a confermare sinteticamente i motivi che lo hanno portato alla decisione di vendere: “La cultura aziendale dalle due società presenta pochi punti in comune, così come diversi sono i modelli di business applicati dalle persone”, ha precisato.
Alla doppia operazione di acquisto e vendita, come dicevamo, non va però attribuito un giudizio negativo, anzi. Non solo perché grazie al rispetto delle procedure stabilite con il Tribunale sono stati salvaguardati 35 posti di lavoro a rischio e i macchinari e le attrezzature di Litographic, ma anche perché l’ingresso di Lito Group nell’orbita di Ceramica Colli conferma che le aziende della grafica e cartotecnica della zona di Modena conservano un notevole appeal nonostante anni di crisi e trovano compratori interessati a rilevarle e rilanciarle.
Una parte non marginale in questa vicenda l’ha giocata anche il settore della ceramica, punto di forza del territorio modenese e ancor oggi erede di una grande tradizione di innovazione e di internazionalizzazione. L’auspicio è che Lito Group, inserita in questa nuovo contesto, possa dare con la creatività e il design un ulteriore valore aggiunto a una produzione industriale di rilievo che rappresenta il Made in Italy in tutto il mondo.
Nella foto, serie Wow della Ceramica Colli