Molto interessante l’articolo apparso sull’ultimo numero del Venerdì di Repubblica intitolato “Contrordine: la carta non è morta e ci stupirà” firmato da Giuliano Aluffi. L’autore mette insieme alcuni dati e i risultati di una ricerca neuro-scientifica, entrambi con denominatore comune il rapporto della carta stampata rispetto ai media digitali, soprattutto nel settore del libro.
I dati sono inequivocabili: nel 2015 negli USA le vendite di libri sono cresciute del 12,4%, quelle degli ebook sono calate del 12,3%. Si è quindi fermato e decisamente invertito il trend che soprattutto nel biennio 2008 – 2010 aveva visto una forte crescita del libro digitale e preoccupato, non poco, gli operatori della carta stampata. Gli ultimi cinque anni però sono serviti a far sedimentare il trend, a depurarlo dalla componente di fascinazione che accompagna le novità soprattutto quando queste sono legate all’utilizzo di mobile device. E i grandi editori – Penguin Random House, Hachette e Simon & Schuster – stanno costruendo nuovi magazzini per essere pronti ad un incremento nella movimentazione dei volumi.
A contribuire all’inversione del trend di sicuro anche i risultati di alcune ricerche neuro-scientifiche che hanno stabilito che leggere e studiare sui libri stampati aiuta la comprensione e la memorizzazione. La neuro-scienziata Maryanne Wolf, docente alla Tufts University in una intervista alla BBC ha sostenuto che in una scala dalla massima concentrazione alla massima distrazione, la lettura su monitor coincide con l’estremo della distrazione, quella su carta con il massimo dell’attenzione. L’ebook sta nel mezzo.