Dopo anni di crisi, due tra i comparti più importanti dell’industria italiana, il marmo e la ceramica, tornano a vedere il sole e spingono al recupero anche le imprese della grafica e cartotecnica. È quanto emerge da Marmomacc e Cersaie, le fiere di settore che si sono tenute in questi giorni a Verona e a Bologna. Entrambi i settori mostrano un aumento della produzione e dell’export, un calo delle tensioni finanziarie e la progressiva soluzione delle crisi aziendali. Buone notizie anche per i fornitori, tra i quali molte imprese che producono cataloghi, espositori e campionari.
Iniziamo con alcuni dati che illustrano l’inatteso rialzo delle quotazioni del marmo made in Italy e delle ceramiche, la cui produzione è concentrata nell’area emiliana. Nel primo semestre 2015 l’industria lapidea ha visto crescere l’export di oltre il 5% fino a quasi 1,6 miliardi. Ancora più alta (+29%) la ripresa dei macchinari ad alta tecnologia che permettono di lavorare marmi, graniti e pietre naturali. Che sia una ripartenza di qualità lo testimonia l’incremento del valore aggiunto, grazie ai prodotti finiti e ai semilavorati, mentre i materiali grezzi segnano il passo.
A Bologna il Cersaie testimonia che anche per la ceramica gli anni di crisi sembrano ormai dietro le spalle: il fatturato supera i 5 miliardi e torna ai livelli di otto anni fa, una soglia psicologica che fa il paio con una produzione risalita oltre i 400 milioni di metri quadrati di piastrelle. Ma se i numeri pre-crisi sono per ora irraggiungibili, sono la qualità e l’export a fare la differenza. L’Italia vale il 16% di un mercato mondiale molto redditizio perché posizionato nella fascia alta, quella che viene acquistata grazie al brand Made in Italy e a un massiccio lavoro di promozione al quale la filiera della stampa ha “prestato” in questi anni creatività, tecnologie e competenze.
Il futuro di numerose aziende della grafica e della cartotecnica è quindi lastricato di piastrelle e di marmi pregiati? Quanto lavoro può portare al settore la ripartenza dell’industria collegata al comparto lapideo, che conta oltre 3300 aziende con quasi 34 mila addetti? Lo abbiamo chiesto ad alcuni operatori attivi nelle zone ad alta concentrazione di produttori che hanno per primi il polso della situazione. La loro opinione è che gli spiragli ci siano, ma che ora vadano sfruttati.
“In termini di tiratura il lavoro è sceso così come la tiratura, e ci sono meno aziende: però sono le migliori, quelle che non stanno ferme, innovano, esportano. La fase difficile non è finita ma si comincia a uscire dal tunnel”. Dario Cinquetti, imprenditore e titolare di Redaprint Arti Grafiche di Cavaion, in provincia di Verona, è consapevole che il mercato interno non è sufficiente e la risposta può venire solo dall’export: “Le aziende del settore sanno che internazionalizzare non è più un optional, e noi ci salviamo lavorando con le migliori e più determinate a crescere”.
Quantità e tirature sono scese, ma a qualcosa i produttori di marmo non possono rinunciare. “Il catalogo rimane necessario per costruire un contatto stabile con il cliente alle fiere – dice -. Chi pensava di sostituire la carta con il web ha dovuto fare marcia indietro. A noi chiedono anche lavori molto complessi, come schede prodotto o campionari a valigetta per cantieri e progettisti, con un’altissima resa di colori e definizione”. Ma c’è anche il rischio che diminuendo la quantità richiesta (scendendo da migliaia a poche centinaia di copie) qualcuno si accontenti del digitale.
Passando in Emilia a parlare di ceramica, anche Paolo Golinelli di Golinelli Communication Lab, storica azienda di Formigine (Modena) conferma il cambio di passo. “Il catalogo commerciale resta strategico per trasmettere una visione completa della gamma di produzione delle aziende, mentre sono crollate le quantità, passando in media dalle 15 mila copie pre-crisi a 4000 – dice -. Inoltre si è trasformato il mix degli strumenti utilizzati e la loro percentuale. Il catalogo è passato al secondo posto perché sempre più spesso la prima scelta è rappresentata dai “samples folder” in cartotecnica, più versatili nella trattativa commerciale”. Inoltre la rivoluzione tecnologica ha aperto ampi spazi a tablet e smartphone, offrendo nuove opportunità ai creatori di servizi web.