Se qualcuno ancora aveva dei dubbi sull’entità dell’impatto che questa fase di trasformazione sta avendo sulle industrie grafiche italiane, i dati dell’annuale indagine Argi sono molto utili a chiarire la situazione. Situazione che registra forti cali sia sul fronte degli investimenti in nuove macchine e tecnologie sia sul fronte dell’utilizzo dei materiali di consumo, indicatore diretto, quest’ultimo, del calo della domanda di stampati. “Oggi non è più sufficiente andare ad osservare i valori numerici del fatturato derivante dal venduto di attrezzature, sistemi di stampa o di finishing per dar un giudizio sul mercato. Nel nostro Paese, ma non solo, siamo in una perdurante situazione di debolezza della domanda interna – ha detto Francesco Crotti, presidente Argi – ed è quindi normale che fatturati e vendite registrino segni di decrescita nel loro complesso. Il passaggio che oggi la filiera grafica deve sostenere è quello di una industria che passa dal concentrarsi sui volumi al concentrarsi sul valore aggiunto”. Vediamo quindi una serie di grafici partendo da quello relativo agli investimenti in macchine da stampa sia offset che digitali (con capacità produttiva superiore alle 70 pagine/minuto in full color o superiori alle 150 pagine/minuto in monocromatico). E’ evidente il calo negli ultimi quattro anni ma soprattutto il -20% del 2012 (anno Drupa) sul 2011. Significativo anche l’andamento delle vendite di lastre in termini di mq/anno che, nonostante il calo e il frazionamento delle tirature, ha registrato un -8% (in verde le process less, in giallo le termiche, in rosso le violet, in blu le analogiche). Il terzo grafico si riferisce alle vendite di macchine offset a foglio (gruppi stampa) in base ai formati negli ultimi 9 anni (2004 – 2012). Si nota soprattutto nell’ultimo anno il calo dei piccoli formati (35×50 e 50×70) segno, stando ai commenti Argi, che le piccole aziende non investono più o si rivolgono alle macchine digitali. (In giallo il grande formato oltre 70×100, in verde il 70×100, in rosso il 50×70, in blu il 35×50). Anche la cartotecnica, che pure nei fatturati registra una migliore tenuta rispetto alla stampa editoriale e commerciale, sul fronte investimenti dopo un 2011 in ripresa, nel 2012 segna un -8%. Il quinto grafico riporta il peso in percentuale degli investimenti nei diversi settori del mercato (in rosso la stampa offset, in giallo la prestampa, in verde scuro il dopostampa, in azzurro la cartotecnica, in verde chiaro la stampa digitale). Infine un grafico che fornisce il dato relativo al numero di pagina A4 stampate con macchine digitali. Negli ultimi due anni il dato è quasi invariato – circa 11,5 miliardi di pagine – ma è cresciuto il numero di quelle a colori (in blu) mentre sono calate quelle in bianco/nero (giallo). Per fare business oggi facendo il mestiere dello stampatore, sostiene Argi, serve incrementare le proprie competenze su vari fronti, sia cartacei che digitali. Serve dotarsi di processi produttivi con avanzate potenzialità di automazione e ottimizzazione dei flussi di lavoro e di relazione con la clientela. Serve conoscere e approfondire i linguaggi della comunicazione e dei media integrativi rispetto al media carta. Consapevoli che la stampa non è più il settore primario ma diventa una parte della comunicazione.
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