Dalla produzione del packaging a quello delle macchine che consentono di realizzarlo, il distretto cartotecnico di Lucca sta conquistando sempre più allori. E guarda anche sempre di più all’estero.
Come ha fatto nelle scorse settimane Lucart. Il gruppo, che come già riportato da Stampamedia.net, si sta caratterizzando per la capacità di riciclare e recuperare le materie prime con cui vengono realizzati i contenitori in tetrapack, ha infatti realizzato un’importante espansione in Spagna rilevando dall’amministrazione straordinaria gli asset della Cel Technologies & System. Lucart, come ha spiegato l’ad Massimo Pasquini al Quotidiano Nazionale, si è aggiudicata la gara per la vendita di alcuni rami produttivi e ha costituito la Lucart Tissue & Soapslu. Il piano prevede un investimento di oltre 20 milioni di euro in cinque anni per l’acquisizione e il rilancio di tre stabilimenti produttivi nei Paesi Baschi, area strategica per raggiungere il mercato spagnolo e quello francese. Confermati i 146 posti di lavoro, saranno riavviati gli impianti per la produzione di tissue ad Aranguren e di prodotti finiti a Gunes. Ad Artziniega continuerà la lavorazione di detergenti, finora mai interrottasi. Lucart ha anche acquisito un importante impianto di disinchiostrazione che le permetterà di sfruttare il know how nel campo del tissue ecologico ottenuto attraverso i processi di riciclo di alta qualità.
Con questa acquisizione il gruppo lucchese, che festeggia il 65° compleanno di attività, supererà la capacità produttiva di 350mila tonnellate all’anno di carta con un fatturato consolidato di oltre 450 milioni di euro realizzato da circa 1500 dipendenti in dieci stabilimenti fra Italia, Spagna, Francia e Ungheria.
Sempre sul fronte del primato del packaging lucchese, in questo caso quello della produzione di macchinari, Toscotec è stata inserita fra le prime mille migliori piccole e medie aziende europee da parte della Borsa di Londra. Sviluppata dagli anni Sessanta come azienda bifamiliare, con tra i fondatori i Toschi e i Mennucci, rimasti poi soli a condurne la gestione, dal 2015 Toscotec ha come partner il fondo italiano Synergo di Gianfilippo Cuneo che aveva completato con l’acquisizione del 40% il corteggiamento all’azienda di Marlia, frazione di Capannori, a cinque chilometri da Lucca. Prima di Synergo, a fine anni Novanta, Toscotec visse una fase sotto l’egida di Fabio Perini, considerato un genio della cartotecnica made in Lucca. Quello, come ha raccontato Alessandro Mennucci, 52 anni, ad di Toscotec e seconda generazione della famiglia dopo il padre Giovanbattista, in un’intervista al Quotidiano nazionale, rappresentò un periodo di grande apprendimento. Ma che cosa ha portato Toscotec a ricevere la promozione del London Stock Exchange? Innanzitutto il brevetto nel 2000 del primo monolucido in acciaio al posto del tradizionale in ghisa che richiedeva molta più energia. Il monolucido è il cilindro (7 metri di diametro) attorno al quale si asciuga il foglio di carta tissue. E grazie a questo brevetto e alla capacità di costruire macchinari su misura, quasi sartoriali, dal 2008 una buona parte dei nuovi impianti produttivi in questo settore in Europa si avvalgono della tecnologia di Toscotec che ha chiuso il 2017 con 114 milioni di euro di ricavi e punta a toccare quota 150 quest’anno.
Nella foto la continua prodotta da Toscotec che verrà installata nello stabilimento di Porcari (LU) della Lucart.