Il vino che conquista i consumatori (e soprattutto quel mercato di alto livello che è rappresentato dai wine lovers, veri e propri appassionati) è fatto di buone uve e di emozioni. Anche di immagine e di design, quindi, che richiedono competenza, innovazione, creatività: fattori tipici del successo dell’industria della stampa e della cartotecnica italiana, che per quattro giorni si è immersa nella spumeggiante atmosfera del Vinitaly lasciando la crisi fuori dai padiglioni delle fiera di Verona.
La buona notizia è che per la prima volta dopo quasi un decennio non si vedono musi lunghi: le aziende ammettono che il settore non è ancora fuori pericolo, ma ragionano sulle prospettive e sugli sviluppi serenamente e senza stracciarsi le vesti. E così, tra chi definisce “calmo” il mercato e chi lo considera “ancora fermo, in attesa della ripartenza”, sono poche le voci completamente negative. I buyers in visita agli stand sono stati molti, anche se solo tra qualche mese si saprà se è il caso di stappare qualche bottiglia di spumante messa da parte per l’occasione.
“Abbiamo incontrato molti nostri clienti, in prevalenza italiani, ma si sono visti anche quelli nuovi con i quali speriamo di sviluppare nuovo business – spiega Paolo Zinanni della SMP di Pistoia –. Del resto da buoni toscani consideriamo il vino uno dei comparti più promettenti, accanto alla pelletteria, all’abbigliamento e agli accessori per la moda. Abbiamo iniziato a lavorare con il vino da alcuni anni, grazie alla diffusione di cantine di alta qualità, e questa diversificazione sta dando buoni risultati. Dobbiamo però ancora affermarci nel confronto con gli astucci in legno, che molti privilegiano per il minor prezzo: per fortuna i nuovi produttori di vino hanno capito che il cartone non è il parente povero del legno ma permette anzi una maggiore nobilitazione. Senza contare che in diversi Paesi l’imballo in legno non si può più usare per il rispetto dell’ambiente”.
“Abbiamo portato al Vinitaly la nostra produzione tradizionale ma anche le novità, dalle carte fantasia realizzate in carta velina alle buste, ai sacchetti e alle carte e film plastici senza stampa, sia personalizzate che per l’industria. L’innovazione è rappresentata dai sacchetti anti UV, molto indicati per il vino perché proteggono il contenuto delle bottiglie dal deterioramento causato dai raggi solari. Però ho avuto l’impressione che il settore si debba ancora riprendere – afferma Rosanna Rizzotto di Rotografica Vicentina, attiva da 53 anni e con una buona clientela nel campo della moda –. Sentiamo molto la pressione dei prezzi, i clienti puntano al ribasso prima ancora che alla qualità. Per non venire risucchiati nella guerra dei prezzi stiamo sviluppando strategie alternative, come la creazione di una rete con altre piccole imprese come noi. Oppure a forme di vendita come l’e-commerce, adatto a clienti che cercano piccole quantità di prodotto”.
Nel Vinitaly che ha festeggiato le 50 edizioni i numeri danno ragione a chi vede il settore in buona salute sia per le cantine che per la filiera: 130 mila operatori da 140 Paesi hanno varcato i cancelli per visitare la rassegna veronese, tra cui 50 mila stranieri (soprattutto 28 mila buyer accreditati) interessati ai 4000 espositori giunti da 30 nazioni. Uno sterminato mercato potenziale anche per le imprese della cartotecnica e della stampa, grafica e design, pronte a trarre benefici in termini di produzione e anche di internazionalizzazione dalla fama del mondo vitivinicolo italiano”.
A testimoniare la crescente sintonia tra il settore della stampa e del design e il …contenuto delle bottiglie il Concorso internazionale del Packaging, che ha premiato un Prosecco spumante per la migliore etichetta del 2016. Perché se il vino è un’esperienza sensoriale, anche l’occhio e il tatto vogliono la loro parte. Per questo i produttori investono risorse e design per migliorare l’estetica del vino, un prodotto che deve parlare di sé, colpire il consumatore raccontando colori, e sapori del territorio. Con l’invito rivolto ai creativi dal presidente della giuria: “Abbiate coraggio con le etichette e il packaging, osate di più con proposte nuove, divertenti e perfino stravaganti”.