La messa a regime nei prossimi mesi, dopo averla fatta ripartire oltre un anno fa, della ex cartiera Burgo di Mantova e il trasferimento sempre nel mantovano, a Castelbelforte, della Ondulati Maranello, storica fabbrica di emiliana di cartone.
Il 2022 sta portando importanti novità, per il gruppo Pro-Gest – come riportato nei giorni scorsi da Quotidiano Nazionale e Il Giorno. L’azienda, che aveva rilevato nel 2015 la ex cartiera Burgo con l’obiettivo di rilanciarla attraverso un investimento tra i 240 e i 300 milioni, ha seguito un iter che negli anni è stato e rallentato dalle resistenze del territorio che vedeva un pericolo per l’ambiente, nel capolavoro di architettura e oggi di archeologia industriale ideato dal genio di Pier Luigi Nervi e realizzato nei primi anni Sessanta. La ripartenza della cartiera era avvenuta nel novembre del 2020 in seguito alla rinuncia da parte della famiglia Zago, alla guida di Pro-Gest, alla costruzione di un inceneritore che avrebbe dovuto bruciare i residui non riciclabili della lavorazione (il pulper da cartiera). Inoltre, il termovalorizzatore avrebbe fornito energia al maxi impianto che ha visto, per la produzione di carta da imballaggio, l’installazione di una macchina continua da 200 metri unica in Europa e con una sola gemella al mondo.
“La cartiera è partita un anno fa – aveva riportato lo scorso dicembre a Quotidiano Nazionale l’amministratore delegato del gruppo trevigiano Francesco Zago, figlio del fondatore di Pro-Gest Bruno – e la macchina continua gira al 70% della potenza. Siamo in grado di produrre 300 mila tonnellate di carta l’anno e contiamo di arrivare a 400 mila quando saremo a pieno regime. I dipendenti diretti sono 90 mentre una sessantina lavorano stabilmente in appalti sostanzialmente permanenti per lavorazioni specialistiche”.
Ostacoli di natura ambientale
Pro-Gest, primo produttore in Italia di carta riciclata e da imballaggi con 24 stabilimenti e risultati in crescita – 514 milioni di ricavi (+35%) al terzo trimestre 2021 e 68 milioni di Ebitda – aveva acquisito la storica cartiera mantovana nel 2015, ma ci sono voluti quasi 5 anni per entrare in produzione, in seguito alla decisione finale di rinunciare all’inceneritore che, come ricorda Zago “avrebbe assicurato il ciclo completo del trattamento della carta”. Un progetto che in un Paese come la Germania, sarebbe rientrato nelle Bat, Le Best Available Techniques, le migliori pratiche dettate per impianti del genere. Nessuna cartiera in Italia dispone di un proprio inceneritore situazione che genera un aumento dei costi di gestione e una perdita di competitività, situazione che scoraggia i possibili investitori esteri in questo settore nel nostro Paese. Così, la Germania produce 10 milioni di tonnellate di carta da imballaggio, ne consuma 7 e ne esporta 3. L’Italia, per contro, ha una produzione di 2,8 milioni rispetto a un consumo di 4, con la differenza coperta dalle importazioni.
Un nuovo business per la produzione di scatole
Se la buona notizia è che nei prossimi mesi la cartiera dovrebbe gradualmente andare a regime, il punto critico resterebbe legato ai problemi ambientali. Uno dei problemi emersi di recente, come riportava nelle scorse settimane il quotidiano Il Giorno, riguarderebbe le “fonti odorigene”, i miasmi maleodoranti che soprattutto d’estate invaderebbero i quartieri dei comuni di Cittadella e Colle Aperto. In seguito a una protesta del comitato degli abitanti il Comune avrebbe imposto una tabella di marcia all’azienda che da parte sua si sarebbe impegnata a coprire una vasca da 3 mila mq e a modificare le torri di raffreddamento. Pro-Gest, esibendo le autorizzazioni ottenute, sta proseguendo nella propria strategia di crescita: oltre ad adempiere alle opere di compensazione (una nuova ciclabile concordata con il Comune) sta espedendo la propria attività nel Mantovano. In questo inizio anno è previsto che entri in funzione a Castelbelforte, a 7 chilometri dalla cartiera, uno stabilimento per la produzione di cartoncino e scatole, frutto di un investimento di circa 50 milioni, che impiegherà 80 addetti che cresceranno a 150 una volta che sarà a regime. Un piano che consentirà a questo nuovo business di raggiungere un fatturato di 60 milioni annui, andando a integrarsi con le attività della produzione di carta.