Il lavoro non manca, anche in tempo di crisi, tanto che a Cinisello Balsamo, sede della storica “Amilcare Pizzi”, guidata da Massimo Pizzi, si lavora su tre turni, 24 ore al giorno e il sabato fino alle 15, con circa 115 dipendenti. Ma proprio perché la crisi e la concorrenza sempre più forte nella stampa piana e soprattutto in rotativa hanno ridotto i margini delle aziende e scatenato una vera e proprio guerra sui prezzi, per essere competitivi sul mercato bisogna migliorare la produttività. Ovvero, stampare di più e meglio per ogni ora di lavoro puntando sull’utilizzo delle tecnologie ma anche sul perfezionamento degli aspetti tecnici e dell’organizzazione del lavoro, con un’adeguata formazione del personale. E’ questa la mission (lui la chiama “sfida”) a cui è stato chiamato Angelo Mazzacani, dal 1° novembre nuovo direttore di stabilimento e produzione (con la responsabilità su tutto il ciclo produttivo, dalla prestampa alla stampa al finishing e al magazzino) della Amilcare Pizzi. A volerlo a Cinisello è stato Massimo Pizzi che ha individuato in Angelo Mazzacani il manager capace di far recuperare produttività a una delle più importanti aziende di stampa piana e roto-offset italiane. Quarantacinque anni, diploma di perito grafico dai Salesiani e laurea in Scienze della comunicazione allo Iulm, Mazzacani ha cominciato la sua carriera come fotoriproduttore presso la Omnia Scanner nel 1987. Nel 1990 è passato come responsabile qualità alla Silvio Berlusconi editore. Nel 1995 in Mondadori come responsabile della pianificazione e dal 2001 al gennaio 2010 è stato direttore di stabilimento e produzione in Eurogravure (gruppo Bertelsmann). Prima di approdare in Pizzi, ha lavorato poco più di due anni nella sede italiana di Quad Tech Inc (QTI), affiliata del colosso americano Quad Graphics, uno dei player principali a livello mondiale (22mila dipendenti e sede a Sussex, negli Usa) nei sistemi di ispezione del controllo colore e nella tecnologia dei sistemi di controllo delle macchine da stampa. In questi suoi primi venti giorni in Pizzi, spiega lo stesso Mazzacani “posso dire di avere trovato un’azienda tecnologicamente aggiornata, disponibile alla crescita e al rinnovamento”. Un’azienda che ha già un parco macchine di alto livello (due rotative Lithoman a 64 pagine e due Kba a 48 e 16 pagine più tre Rapida 120×160 a 4 e 5 colori) per realizzare prodotti commerciali (a partire dagli stampati per la Gdo) ed editoriali, compresi i libri della casa editrice d’arte della Pizzi, la Silvana Editoriale, o per conto di editori terzi. Ed è partendo da questo grande potenziale (a cui in futuro, ma bisognerà pensarci bene, potrebbe essere affiancato anche un reparto di stampa digitale) che comincia la sfida di Mazzacani per fare diventare sempre più produttiva la Amilcare Pizzi.
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