Fiato sospeso in via Solferino per il nuovo piano industriale a cui stanno lavorando l’ad di Rcs Pietro Scott Jovane e il presidente Angelo Provasoli. La crisi del settore editoriale si è fatta sentire infatti con forza anche sul gruppo che edita Corsera e Gazzetta dello Sport con perdite di bilancio che nel 2011 hanno toccato i 322 milioni di euro mentre solo nei primi sei mesi di quest’anno sono stati bruciati 427 milioni a causa soprattutto della svalutazione nella controllata spagnola Unidad Editorial. Rinviata dall’assemblea dei soci che si è tenuta martedì 16 ottobre la decisione su come ricostituire il patrimonio eroso dalle perdite (con alcuni soci di peso come Diego Della Valle che spingerebbero per il varo di un aumento di capitale) la grande paura che circola tra i dipendenti del gruppo (dai giornalisti ai tipografi, dagli impiegati ai manager) riguarda l’annunciata, pesante ristrutturazione del Gruppo. Con un piano di taglio dei costi e del personale, con la focalizzazione sull’area multimedia, che doveva essere presentato nelle prossime settimane ma probabilmente non arriverà prima di metà dicembre. Nell’attesa dell’ufficializzazione dei tagli, cresce la preoccupazione sindacale in particolare sul fronte dell’area produttiva grafica. Dopo la riorganizzazione e la riduzione del personale attuate nel piano quadriennale terminato nel gennaio 2011, spiega Tullio Falarti, segretario generale della Fistel-Cisl di Milano e Lombardia, il timore è che si vada incontro a una nuova riduzione di personale. Se a soffrire di più sarebbe l’area periodici di Rcs (che si avvale per le commesse di stampa della Eurogravure del gruppo Bertelsmann dove in qualche modo si potrebbe risentire a cascata della cura in Rcs), la riduzione del perimetro produttivo potrebbe riguardare l’area quotidiani. Area in cui Rcs vanta ancora un centro stampa controllato direttamente, quello di Pessano con Bornago, e uno affidato a una società collegata (quello di Roma rilevato dal gruppo Seregni sette anni fa dove lavorano circa una cinquantina di addetti). Gli altri cinque centri stampa italiani sono invece affidati a società esterne, a partire da quello di Padova rimasto al gruppo Seregni. Rinnovato completamente il parco rotative di tutti i centri stampa italiani tra il 2004 e 2008 (con una prevalenza di gruppi stampa Kba) il problema di Rcs oggi, con la contrazione delle vendite dei quotidiani e della pubblicità, è quello di non poterli sfruttare al 100%. E non sarebbe bastata per riempire la capacità produttiva dello stabilimento di Pessano (oltre 100 dipendenti) neppure l’acquisizione della commessa di stampa del quotidiano La Stampa di Torino che si è aggiunta a quelle della Gazzetta di Lecco e del Corriere di Como oltre, ovviamente, a Corsera e Gazzetta dello Sport e ai relativi supplementi. In attesa di capire quale sarà l’impatto del piano industriale sui centri stampa della Rcs, la riorganizzazione sta già riguardando anche l’area manageriale. A tutti i livelli, dal marketing alla produzione, si sarebbe infatti registrata più di un’uscita. In particolare, per quanto riguarda la direzione tecnica dell’area quotidiani, si registra l’uscita dell’ingegner Renato Gorla, che lavorava alle strette dipendenze del direttore operativo Gianni Paolucci e di quello tecnico Roberto Sardi. Sono rimasti invece a completare il team tecnico che si occupa di tutte le fasi della lavorazione dei quotidiani, tra gli altri, Eugenio Vignale e Paolo Tedesco.
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