La voce di grandi manovre ai vertici del gruppo Litorama-Inprint, uno dei più importanti poli di stampa piana, roto e digitale italiani, correvano già da settimane. Ed erano arrivate anche alle orecchie dei sindacati che proprio per questo, nei giorni scorsi, hanno chiesto un incontro con l’azienda. Incontro che si sarebbe svolto lunedì pomeriggio e durante il quale Riccardo Beltrame, numero uno operativo del gruppo milanese fondato negli anni Sessanta dal padre Giorgio, scomparso a 75 anni nell’ottobre del 2012, e da Andrea Casiraghi, avrebbe confermato l’operazione di riassetto del gruppo. “L’azienda – racconta Domenico Dentoni della Uilcom, che ha partecipato all’incontro – ci ha spiegato che il gruppo è stato ricapitalizzato superando così lo stress finanziario per l’esposizione con le banche”. La ricapitalizzazione (si parla di alcuni milioni di euro) avrebbe comportato, aggiunge sempre il sindacalista, un riassetto della compagine azionaria. “Una delle due storiche famiglie fondatrici del Gruppo, i Casiraghi – spiega sempre Dentoni – non avrebbe partecipato alla ricapitalizzazione uscendo quindi dal Gruppo e rimanendo solo azionista della società immobiliare”. Negli ultimi anni, i Casiraghi (Andrea, Sara e Giulia) si erano occupati principalmente di Litorama (stampa piana e digitale) mentre i Beltrame di Inprint (rotooffset), aziende che hanno oggi il quartier generale a Mazzo di Rho e Baranzate mentre la storica sede del Gruppo in via Quaranta a Milano era stata praticamente chiusa nel 2012. L’attività di stampa digitale era stata sospesa, i circa 15 dipendenti messi in parte in mobilità e in parte destinati ad altre aziende del Gruppo e l’immobile (tre corpi per circa 16.500 metri quadrati) è ancora sul mercato per essere venduto o affittato. Sempre due anni fa era stato chiuso anche lo stabilimento Sograf (stampa a foglio) di Roma. L’attività, in forma ridotta (con una diminuzione degli organici e la dismissione di una parte degli impianti) era stata rilevata da un gruppo di giovani imprenditori. La ricapitalizzazione, sempre secondo gli ambienti sindacali, non avrebbe visto solo l’uscita dalla compagine societaria dei Casiraghi ma anche una crescita del peso azionario di un socio storico di Litorama group, ovvero Raul Ferrante, che si sarebbe accollato, si dice, il maggiore onere della ricapitalizzazione e potrebbe essere così oggi il principale azionista di Litorama-Inprint. La guida e gestione operativa resta però saldamente nelle mani di Riccardo Beltrame, a cui spetterà ora il compito di rilanciare il Gruppo. Gruppo che, nonostante la crisi del mercato grafico, continua a essere un punto di riferimento per la stampa piana, digitale e roto. Tanto che, spiega sempre Dentoni, non è stato chiesto il ricorso allo stato di crisi per i circa 150 dipendenti (circa 85 in Inprint, il resto in Litorama). Precedenti accordi avevano già stabilito un taglio ai premi e alla quattordicesima mensilità e una modifica degli orari di lavoro con una cassa integrazione aperta a rotazione, limitata però a Litorama.
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