La cura a base di un efficientamento organizzativo, riduzione dei costi e investimenti per rendere più performanti i gruppi stampa sembra avere funzionato. Così, mentre sul mercato sono tornati a farsi sentire rumors (non confermati) di un possibile nuovo cambio azionario con l’attuale proprietà che fa capo a Raul Ferrante (ex socio di minoranza che due anni fa aveva acquisito il controllo dell’azienda rilevando le quote dagli ex soci fondatori Casiraghi e Beltrame) che potrebbe anche prendere in considerazione l’ingresso di altri soci, il gruppo Litorama mostra segnali di crescita sotto la guida del nuovo management che si era insediato giusto un anno fa. Un vertice composto dall’ad Matteo Rossini (esperto in ristrutturazioni aziendali in particolare, prima di approdare a Litorama-Inprint, nel settore automotive), il presidente Roberto Spada, commercialista milanese, e il consigliere Alberto De Matthaeis (manager affermato nel settore editoriale e della stampa, da Mondadori Printing a Burgo). Le due aziende fanno parte del gruppo che opera a Mazzo di Rho e Baranzate di Bollate mentre la storica sede in via Quaranta a Milano era stata praticamente chiusa nel 2012 e affidata a una società immobiliare per una vendita che però finora non si sarebbe ancora concretizzata.
Non entrando nel merito di quanto scritto sopra (dal tema dell’assetto azionario a quello della vendita immobiliare) il 2015, spiega Rossini, si è chiuso con risultati significativi che hanno visto un incremento del fatturato del 20% per Inprint a 35,5 milioni di euro e a 8,3 milioni (più 5%) per Litorama. I buoni risultati ottenuti l’anno scorso sono stati realizzati, sempre secondo Rossini, grazie all’implementazione di un programma (a cui ha dato il suo contributo anche il direttore generale Riccardo Beltrame, figlio del fondatore Giorgio scomparso nell’ottobre del 2012) per aumentare l’efficienza organizzativa, gestionale e produttiva. Una riduzione quindi dei costi e una messa a punto delle quattro rotative di Inprint, una 72 pagine, una 48 e due sedici pagine, tutte Manroland. Questo ha permesso non solo di aumentare i ricavi (con un forte contributo da parte delle commesse della Gdo) ma probabilmente anche un piccolo ritorno all’utile. Risultati che hanno consentito di salvaguardare circa 90 posti di lavoro. In pareggio è tornata anche Litorama, azienda specializzata nella stampa di grande formato, offset e digitale, a partire dalle affissioni. L’altalenante fase di mercato di questo settore, però, potrebbe comportare in futuro il ricorso a qualche ammortizzatore sociale (leggi cassa integrazione). Ipotesi sulla quale, però, per ora Rossini mantiene il più classico dei “no comment”.