In tempi di riscaldamento globale, i marchi investono in materiali performanti. Il rischio di “cool washing”, però, è dietro l’angolo
ualche giorno fa la rivista WhatTheyThink ha dedicato un lungo approfondimento ai cool fabrics, i tessuti refrigeranti. Secondo gli esperti del clima luglio 2023 è stato il mese più caldo mai registrato sulla Terra, almeno da 120.000 anni a questa parte. “A causa del continuo surriscaldamento della Terra, marchi, rivenditori e consumatori sono alla ricerca di tecnologie di raffreddamento innovative anche nell’ambito dei tessuti e dell’abbigliamento – scrive la giornalista Cary Sherburne – Esistono diverse opzioni sul mercato, non tutti però sembrano funzionare come promesso”.
La storia dei tessuti refrigeranti risale ai primi tempi della NASA, quando gli scienziati lavoravano su come i tessuti potessero avere un impatto su chi indossava una tuta spaziale.
Secondo Reuters, brand e catene di abbigliamento tra cui Macy’s, Columbia Sportswear, VF Corp e Reformation, puntano su materiali leggeri, tessuti performanti e high-tech, che offrono più comfort e traspirabilità rispetto a cotone e poliestere, sperando di risollevare le vendite, drasticamente calate a causa dell’inflazione negli ultimi anni. In genere, questi tessuti sono trattati con un polimero. Il calore e l’umidità generati dal corpo attivano la finitura polimerica, che allontana l’umidità dalla superficie del tessuto, provocando una sensazione di fresco simile a quella che si prova dopo una doccia, quando l’acqua evapora. Un altro metodo consiste nell’abbattimento della temperatura, che si ottiene grazie alla conduttività del filato del tessuto, che è polietilene (PE) altamente conduttivo.
Un altro materiale che sta guadagnando popolarità in termini di controllo termico degli indumenti, sia per il riscaldamento che per il raffreddamento, è il grafene. Secondo ScienceDirect, grazie alla sua eccezionale conducibilità termica ed elettrica, è considerato uno dei materiali promettenti per la dissipazione del calore e la schermatura elettromagnetica. Aziende come Eysan Fabrics stanno sfruttando queste caratteristiche per creare tessuti termoregolatori. Un additivo al grafene è sufficiente per liberare le potenzialità di un materiale “comune” e influenzare le sue prestazioni. Nel caso di Eysan Fabrics, il tessuto di base è una maglia doppia che non solo offre controllo termico, ma è anche idrorepellente e antibatterico. È laminato con una pellicola di poliuretano e stampato con grafene, adatto alla costruzione di una giacca leggera o di uno strato interno.
Nuovi materiali performanti e raffreddanti vengono lanciati regolarmente sul mercato, ma Sherburne ribadisce che il rischio di “cool-washing” è dietro l’angolo. Così come sul fronte della sostenibilità esistono aziende che dichiarano credenziali “green” inesistenti, anche nel caso dei tessuti refrigeranti spesso l’effetto rinfrescante non è poi così distante da quello ottenuto da fibre tradizionali