L’assemblea annuale della Federazione della Filiera della Carta e della Grafica – composta da Assografici, Assocarta e Acimga – che si è riunita ieri presso l’Hotel Mélia di Milano ha fornito l’occasione al presidente, Felice Rossini, di divulgare i dati, ahimé non molto confortanti, relativi ai settori della stampa, della cartotecnica, della produzione cartaria e delle macchine da stampa. “Nel 2011 il fatturato del comparto grafico è calato dello 0,5% rispetto all’anno precedente e questo è un dato allarmante se pensiamo che è il quinto anno consecutivo di discesa, mentre la produzione cala anch’essa del 5,8% con particolare flessione nei segmenti delle riviste, degli stampati pubblicitari e commerciali e dei collaterali allegati ai periodici. In questo caso il processo di digitalizzazione influisce”, ha commentato Rossini, “ma non è il solo fattore negativo né quello più importante: i minori investimenti in pubblicità e comunicazione delle aziende e il progressivo calo del potere d’acquisto delle famiglie hanno colpito pesantemente i prodotti stampati”. La cartotecnica e trasformazione di carta e cartone invece è diminuita dello 0,7% in produzione ed è aumentata del 5,7% in termini di fatturato, ma soprattutto a causa degli aumenti delle materie prime, di energia e trasporti. L’industria cartaria ha vissuto nel 2011 un ciclo moderatamente positivo fino alla metà dell’anno, a cui è seguita una battuta d’arresto e la discesa nella seconda parte. Il fatturato si è chiuso con un lieve miglioramento rispetto al 2010, ma è stato eroso come redditività dagli alti costi energetici e delle materie prime. Notizie rassicuranti dal comparto delle tecnologie e delle macchine per la stampa e la produzione cartaria che ha visto crescere il proprio fatturato dell’8.7% grazie però alla notevole spinta dell’export, mentre continuano a diminuire le vendite in Italia. Infatti nel 2011 oltre l’80% delle vendite è stato realizzato sui mercati esteri, con al primo posto gli Stati Uniti seguiti da Germania e Francia come prevalenti mercati di sbocco. I primi dati di quest’anno confermano questa tendenza e, se da un lato ci consolano, dall’altro ci preoccupano per il perdurare della stagnazione del mercato italiano. Maggiori approfondimenti in uno dei prossimi numeri del Poligrafico.
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