«Abbiamo perso carta, lavori già eseguiti, materiali vari. Un occhio di riguardo qui a Venezia lo abbiamo sempre per l’acqua alta, ma non ci aspettavamo un livello così», dice Luca Valonta, dal 1989 titolare insieme a Michele Costantini (nella foto) di Grafiche Ellemme Venezia, tipografia storica veneziana attiva dal 1956 in Campo Santa Maria Mater Domini nel sestiere S. Croce. I materiali non sono le uniche cose danneggiate dalla marea che fra il 12 e il 13 novembre ha toccato i 187 cm, inondando l’intera città: sott’acqua ci sono andate anche una macchina Heidelberg Stella e una digitale, con cui la piccola tipografia esegue i lavori di stampa.
«Non sappiamo di preciso quale sia la condizione dei macchinari perché non abbiamo ancora avuto modo di contare i danni effettivi – continua Valonta -. Ma ci sono entrati 60 cm di acqua, i motori delle macchine sono andati sotto ed essendo elettrici faranno fatica a ripartire. L’altra sera piangevamo vedendo l’acqua entrare dalla vetrina: abbiamo visto quello che abbiamo creato in trent’anni sparire in cinque minuti». La storia di Grafiche Ellemme Venezia, grazie a un servizio del telegiornale regionale, è arrivata fino a Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, fra le mura della World Graphic Machine Srl, azienda che vende macchine da stampa nuove e usate. Nella tarda mattinata di ieri, 14 novembre, all’indirizzo di posta di Grafiche Ellemme arriva una mail da parte di Alberto Rui, export sales director dell’azienda trevigiana. “Abbiamo visto alla TV che la vostra Heidelberg Stella è finita sott’acqua. Ci si è stretto il cuore e vorremmo aiutarvi in qualche maniera”, scrive Rui che prosegue dicendo che anche la WGM ha una Heidelberg Stella (nella foto a sinistra), e che l’amministratore dell’azienda, Mauro Beghetto, si offre di donarla alla tipografia veneziana.
«Non ho parole per descrivere questo gesto – dice a Stampamedia Luca Valonta -, ma prima di accettare questo dono magari uno dei loro tecnici può venire a controllare la nostra macchina: sono trent’anni che ci lavoriamo, dirle addio così sarebbe un dispiacere grande», prosegue Valonta che dice di non aver ancora avuto modo di rispondere all’offerta. La situazione fra le pareti della tipografia è ancora difficile: «Stiamo cercando di pulire la parte di negozio, abbiamo buttato via una quarantina di sacchi di roba. Ma per la stampa ho paura che ci vorrà ancora del tempo», spiega Valonta riferendosi ai danni causati dall’acqua salata sia alla macchina offset che a quella digitale. «In ogni caso poteva andare peggio, a parte i danni non ci è successo niente; c’è addirittura chi ha visto un chiosco dell’edicola finire in mare. E poi sono due giorni che ogni ora passano gruppetti di liceali e universitari che ci chiedono se abbiamo bisogno di una mano. E questa è una cosa bellissima», conclude Valonta.
di Giulia Virzì
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