Stampamedia, in qualità di media di informazione riconosciuto come punto di riferimento dalla community italiana della stampa, si impegna a dare conto delle novità di settore e a riportare in modo in imparziale le relative notizie di attualità. Essendo stata tra le prime testate nazionali a pubblicare la vicenda giudiziaria legata all’indagine del caporalato in Veneto, che ha coinvolto un’importante industria del printing, diamo spazio alla dichiarazione di Fabio Franceschi. Il presidente di Grafica Veneta in relazione alle numerose dichiarazioni e note stampa diffuse in seguito all’ordinanza del Gip di Padova, che ha disposto misure cautelari nei confronti dell’AD di Grafica Veneta, Giorgio Bertan e del direttore dell’area tecnica, Giampaolo Pinton, commenta così:
“Grafica Veneta è stata e sarà sempre un’azienda che rigetta qualsiasi penalizzazione o sfruttamento di tutti i lavoratori. Siamo convinti che ciò sarà dimostrato in sede giudiziale, facendo luce sulla trasparenza dell’operato delle persone coinvolte e di tutti i dipendenti dell’azienda. E, eventualmente, condannando coloro i quali, esterni a Grafica Veneta, hanno compiuto simili, vergognosi, reati. A tutte le persone che si sono trovate a subire la menomazione della propria umanità, prima ancora che della propria professionalità, rivolgo la mia più sentita solidarietà. In questi giorni sono giunte a diversi rappresentanti aziendali, me compreso, messaggi intimidatori, talvolta diffamatori e addirittura contenenti minacce di lesioni o di morte. Non posso e non possiamo restare inermi di fronte a tutto questo. Pertanto, ci riserviamo di tutelare in tutte le sedi la reputazione e l’incolumità, morale e fisica, di tutte le persone che animano la nostra realtà. Non accetterò mai un processo sommario, in pubblica piazza, e una messa alla gogna di tali dimensioni su una vicenda che, sono certo, presto sarà chiarita e che vedrà Grafica Veneta e tutte le sue persone estranee a qualsiasi ipotesi di reato. Non permetterò a nessuno di mettere in discussione decenni di lavoro svolto da parte delle oltre 600 persone del mio Gruppo che io considero come una grande famiglia. Un operato che si è sempre contraddistinto per chiarezza, onestà e trasparenza. Ma soprattutto, costantemente volta allo sviluppo della nostra comunità di riferimento, che ci auguriamo non ci volti le spalle di fronte a tali, violentissimi, attacchi.”