L’azienda che oggi vuole innovarsi ha diverse opportunità da non perdere per recuperare gli investimenti effettuati, sia per quanto riguarda beni strumentali e nuove tecnologie – macchinari acquistati in ottica 4.0, intelligenza artificiale, realtà aumentata ad esempio – sia per il tempo dedicato dal proprio personale per acquisire nuove conoscenze e competenze. Il Credito d’Imposta Formazione 4.0, infatti, istituito dalla legge di Bilancio 2018 e semplificato in maniera sostanziale dal 2020, ha l’obiettivo, come si legge sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico “di sostenere le imprese nel processo di trasformazione tecnologica e digitale creando o consolidando le competenze nelle tecnologie abilitanti necessarie a realizzare il paradigma 4.0”.
Quali sono quelle tecnologie rilevanti che ci permettono di recuperare in modo consistente il costo affrontato dalle imprese per formare i propri dipendenti? Le attività svolte devono riguardare la gestione dei Big Data e le analisi sui dati, i servizi in Cloud e Fog Computing (collega l’architettura Cloud, di archiviazione ed elaborazione dati, con le macchine, i terminali, i sensori IoT), la Cyber Security e i sistemi Cyber-Fisici (sistemi informatici che interagiscono in modo continuo con il sistema fisico in cui operano), la prototipazione avanzata e collaborativa, l’interfaccia uomo-macchina, la manifattura additiva (processo industriale impiegato per fabbricare oggetti partendo da modelli 3D computerizzati e che si creano uno strato sopra l’altro), Internet delle cose e delle macchine, integrazione digitale dei processi aziendali.
Il recupero è consistente e merita un punto d’attenzione: con il Credito d’Imposta Formazione 4.0 si recupera il 50% delle spese per le piccole imprese (il massimo recuperabile non deve superare i 300mila euro di Credito d’Imposta), il 40% se si è una media impresa (il massimo recuperabile di Credito d’Imposta è 250mila euro) e il 30% se l’impresa è grande (rimane a 250mila il massimale). Si arriva fino al 60% se la formazione coinvolge lavoratori dipendenti svantaggiati o molto svantaggiati.
Con la nuova legge di Bilancio 2021 sono state introdotte inoltre diverse novità che vanno ancora più incontro a chi innova e forma i propri dipendenti: la misura è stata confermata fino al 2022 compreso. Sono ammissibili le spese del personale relative ai formatori, i costi direttamente connessi al progetto come le spese di viaggio, strumenti e forniture, i costi di consulenza e le spese relative ai partecipanti e quelle generali indirette. Importante ricordare che è ancora possibile recuperare le spese sostenute nel corso dell’esercizio 2020 per il personale dipendente dedicato alla formazione, mentre dall’esercizio 2021 e fino al 2022 sarà possibile recuperare anche i costi dei formatori esterni e le spese accessorie.
Sono state anche introdotte alcune norme che garantiscono la corretta erogazione del servizio formativo: è obbligatoria una certificazione contabile, la comunicazione al MISE solo a fini statistici, la relazione sulle modalità organizzative e i contenuti della formazione, la conservazione dei registri nominativi di svolgimento delle attività formative e il rilascio degli attestati di partecipazione. Per un cambio di passo, infatti, non basta investire nell’innovazione, ma anche nel personale che deve intraprendere, assieme all’azienda, un percorso importante verso la quarta rivoluzione industriale.
Contenuto a cura
di Ayming Italia