Qualche settimana fa Avery Dennison ha annunciato l’ingresso nel mercato di un nuovo portfolio certificato di etichette vegane. Come si legge in una nota aziendale, infatti, ogni articolo è stato creato senza condurre test sugli animali ed evitando l’uso di OGM di origine animale, ottenendo l’approvazione di EVE VEGAN, un’organizzazione indipendente creata da Vegan France, che lavora alla promozione di alternative vegane in diversi settori, incluso quello alimentare e medico.
L’offerta comprende al momento sei facestock di carta, tre adesivi e due liners, che possono essere abbinati in diversi modi, in base alle esigenze del cliente. Ogni applicazione è progettata per offrire prestazioni simili alle alternative non vegane. Secondo Luuk Zonneveld, product manager di Avery Dennison, il veganesimo è un concetto che va ben oltre le scelte alimentari e coinvolge ogni aspetto della vita quotidiana, include le abitudini d’acquisto e, quindi, anche le confezioni.
La svolta vegan di Avery Dennison rientra tra le novità che stanno investendo il settore del packaging. Negli ultimi anni infatti la ricerca e sviluppo si sta concentrando sulla progettazione di materiali, inchiostri, coating a zero impatto ambientale. In questa categoria rientrano anche le confezioni biodegradabili, che si dissolvono in fase di preparazione (a contatto con l’acqua o con il calore del forno) diventando commestibili.
Poco tempo fa, Lidl Svizzera e l’Empa hanno annunciato l’introduzione di un rivestimento in cellulosa commestibile di origine naturale per frutta e verdura. Nei test preliminari questi coating hanno dimostrato di garantire una maggiore durata di conversazione dei prodotti freschi rispetto agli involucri standard. L’idea risponde alla necessità di semplificare lo smaltimento del packaging degli alimenti, anche se i pareri sulle confezioni commestibili sono ancora controversi. Nei prossimi anni, comunque, i settori di applicazione potrebbero spaziare dalle monoporzioni di prodotti precotti al settore della ristorazione di medio livello.
di Caterina Pucci