Nel mondo del vino, dove l’etichetta riveste un ruolo fondamentale, i trend parlano di una forte crescita del venduto online (+105% nel 2020, con alcune piattaforme che hanno raggiunto anche il +140%) e un aumento di microvinificazioni (piccoli lotti numerati con maggior valore di mercato). Contemporaneamente, le macchine da stampa digitale per etichette crescono del 19% anno su anno, con uno share di fatturato che è passato in Italia dal 13% del 2019 al 22% del 2020.
Dinamiche complementari, dove la stampa digitale offre tempi di lavorazione rapidi e gestione del dato variabile sempre più richiesti dal mondo delle etichette, la cui domanda porta gli stampatori a aumentare gli investimenti in un comparto in forte crescita.
Un accorciamento di distanze che è stato tematica centrale nel webinar “Proteggi, Personalizza, Nobilita. Tutta l’innovazione nella stampa delle etichette”, organizzato dal Gruppo Labelling di ARGI nell’ambito del progetto “Accorciamo le distanze” lanciato dall’associazione per accompagnare il mercato fino a Print4All 2022. Ad animarlo due designer (Mario Di Paolo e Stefano Torregrossa), un brand (la cantina Ferro 13 nella persona di Gabriele Stringa) e uno stampatore (Nicola Roccati di Rotocel).
Mario Di Paolo, pluripremiato packaging designer e fondatore di Spazio Di Paolo, ha parlato di come la stampa digitale offra grande flessibilità produttiva, permettendo di creare in tempi rapidi, quasi immediati, etichette di grande qualità che contemporaneamente lasciano libera la creatività del designer. Che non deve essere solo abilità grafica, ma anche conoscenza delle tecniche di stampa, studio dei materiali, approfondimento della filiera produttiva del prodotto che nell’etichetta viene raccontato. Il designer deve inserire molta più fisicità nel proprio lavoro, riducendo la lavorazione virtuale a schermo per immergersi nel brand: solo in questo modo può assumere un ruolo quasi da cantastorie medievale per narrare una tradizione, un territorio, un modo di lavorare, quelle diversità e unicità che distinguono un brand da un altro. In sostanza, accorciare le distanze tra sé stesso e il brand.
Un concetto su cui anche Stefano Torregrossa, direttore creativo di O’Nice! Design Studio, ha concordato in pieno portando, quale esempio pratico, il progetto che ha creato in collaborazione con Ferro 13 in occasione di Brand Revolution LAB 2020. Che, in maniera casuale ma molto appropriata, si chiama proprio “Accorciamo le distanze”. Mosso da un desiderio di vicinanza impossibile quando è stato concepito (marzo 2020), il progetto di Ferro 13 spinge i limiti della stampa digitale all’ennesima potenza, in un festival del dato variabile che abbraccia ogni aspetto dell’operazione. L’idea base è quella di regalare a un amico una bottiglia di vino, simbolo di convivialità, per far sentire la vicinanza anche in un momento di pandemia e lockdown. La bottiglia viene acquistata sull’ecommerce di Ferro 13 e l’acquirente indica il destinatario, il mittente e un messaggio augurale da inserire. Il flusso di lavoro che parte da questo ordine restituisce, alla fine, un pack a nobilitazione variabile, che contiene e protegge una bottiglia in vetro decorato su cui è stata incollata un’etichetta che riporta il nome del destinatario, quello del mittente e la distanza in metri che separa le due persone. Questa etichetta è protetta da una cartolina, avvolta attorno alla bottiglia, che riporta gli stessi dati più il messaggio augurale inserito sull’ecommerce. Di fatto, ogni singolo pezzo è completamente unico in ogni suo aspetto.
Questo progetto, come ha sottolineato Gabriele Stringa, uno dei quattro fondatori di Ferro 13, è espressione di un desiderio del brand di distinguersi, di tentare nuove strade. Questo coraggio imprenditoriale, che nel caso specifico di Ferro 13 parte dall’essere una cantina vinicola veronese che non produce vini veronesi, è quello che spesso manca a tanti produttori, tanti brand che utilizzano metodi molto tradizionali per raccontare valori altrettanto tradizionali con il rischio di confondersi fra mille altre cantine della stessa zona e con gli stessi valori. Per distinguersi bisogna trovare vie più moderne per narrare il brand e quello che vuole incarnare.
Sempre nell’ottica dell’accorciamento delle distanze, Nicola Roccati di Rotocel ha parlato di come lo stampatore deve collaborare costantemente col cliente, lavorando a stretto contatto per tutto il processo di creazione dell’etichetta, in modo da poter essere vero e proprio partner. Ovviamente la stampa digitale aiuta moltissimo questo processo, tanto che oggigiorno la stampa di etichette è quasi tutta realizzata con questa tecnologia, a eccezione delle grandi tirature dove conviene ancora usare metodi tradizionali. Il campo di maggior sperimentazione e contaminazione è quello della nobilitazione, dove vengono utilizzate tutte le tecnologia possibili. La scelta è sempre guidata dalla tipologia di applicazione da realizzare, in quando ciascun processo può richiedere caratteristiche di precisione e qualità meglio servite da una specifica tecnologia di stampa. Terreni dove comunque la nobilitazione digitale arriverà presto a poter competere.
di Federico Zecchini