Sono 121 i milioni di ricavi che il Gruppo Olivotto ha registrato nel 2010 e non 12. Anzi, per la precisione, sono 121.710. E’ il brutto scherzo di un punto, saltato da un angolo all’altro, che induce questa dovuta correzione. L’inesattezza sul fatturato del Gruppo è comparsa su I Big dell’industria grafica italiana, la classifica annualmente pubblicata dal Poligrafico che, a causa dell’errore, non ha attribuito al Gruppo Lego il meritato quarto posto nella graduatoria delle imprese del settore: “temo che un banale errore di battitura abbia relegato la nostra azienda molto lontano dalla posizione che le compete” dice Giulio Olivotto, presidente del Gruppo Lego (foto). E prosegue: “centoventuno milioni di fatturato sono al di sotto della nostra potenzialità. Nonostante i tempi siano ancora incerti e il mercato grafico europeo soffra di un’importante sovraccapacità produttiva, ritengo che il fatturato di Lego nel 2011 aumenterà in maniera significativa rispetto all’anno scorso.” Sarà il vento che soffia sull’export dei prodotti italiani, (il Gruppo opera da vent’anni negli Usa ma anche in Inghilterra, in Francia, in Germania, in Olanda, in Belgio), sarà che gli esiti della ristrutturazione cominciano a farsi sentire (nel 2009 il Gruppo si è ridimensionato, con la chiusura degli stabilimenti di Martellago (VE), ex Electa/Mondadori, e di Ozzano (BO), ex Grafiche Calderini) sta di fatto che le cose iniziano a prendere la piega giusta. Taglio dei costi, cambio del mix di clientela, aumento dell’export: questi i punti cardine della terapia adottata per imprimere un’inversione di tendenza. E ora, come spiega Giulio Olivotto, l’azienda si rimette in marcia puntando sulle sue specialità, innanzitutto il libro “e qualsiasi stampato che si possa ‘vestire’ come un libro”, dunque la scolastica, i libri sottili per bambini, i dizionari e tanti altri prodotti editoriali… facendo leva, come sempre, sul tratto distintivo di Lego: la puntualità. Vedi la scheda di LEGO SpA su Visto si Stampi
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