L’azienda del Gruppo Pozzoni rende noti i risultati del 2022 che scontano una riduzione dei margini e una minor competitività sui mercati europei
Il 2022 doveva essere l’anno del consolidamento della ripresa cominciata nel 2021 dopo gli effetti negativi della pandemia. Ma a rovinare i piani della Elcograf, la realtà industriale più importante del gruppo Pozzoni, tra i leader italiani ed europei nella stampa piana, rotooffset e rotocalco, e in generale di tutto il settore grafico-editoriale, ci hanno pensato il caro energia e i forti rincari delle materie prime (dalla carta agli inchiostri ai trasporti).
Così il primo bilancio sul 2022 stilato dal gruppo di Cisano Bergamasco vede, per lo scorso anno, sostanzialmente una tenuta in valore dei ricavi di Elcograf, attorno ai 146 milioni di euro, grazie all’adeguamento dei listini delle commesse – aumenti dovuti al forte incremento dei costi e non tutti comunque trasferiti a valle – e del costo-carta fatturato ai clienti. Il volume della produzione invece è diminuito, in particolare per la riduzione di copie e fogliazioni degli stampati editoriali e commerciali mentre ha tenuto il comportato dei libri. E quindi l’attività in Italia dello stabilimento di Cles e quella in Gran Bretagna della storica stamperia Clays Ltd acquisita dal gruppo Pozzoni nel 2018 per circa 30 milioni di euro e dove sono impiegate circa 750 persone che salgono a 900 con i lavoratori temporanei in uso nel mercato inglese.
Sull’andamento del 2022, che ha visto per Elcograf come per le altre principali aziende grafiche, una riduzione dei margini, ha influito anche una minor competitività, in termini di prezzi praticati ai clienti, sui mercati europei, in particolare in Francia, Germania e in Spagna, Paesi dove le imprese sono state maggiormente sostenute dai governi per il rincaro dei costi energetici. Costi che per un’azienda come Elcograf sono quasi raddoppiati dai 22 milioni del 2021 a circa 40.
In questo scenario il 2022 non ha registrato particolari novità per il gruppo Pozzoni che ha chiuso la lunga stagione della crescita per linee esterne con acquisizioni e ora è impegnato a efficientare i cicli produttivi per ridurre l’impatto provocato sia dal caro-energia sia dal rallentamento del mercato. La forza produttiva vede così girare, oltre alle macchine piane che oggi rappresentano il cuore produttivo della ex Mondadori Printing di Verona, 14 rotative di grande formato: 4 a Pozzo D’Adda, 3 a Madone, 5 a Bergamo e 2 a Borgaro Torinese, sito per cui l’anno scorso si era anche conclusa positivamente la vicenda legata ai prepensionamenti dopo l’acquisizione del ramo d’azienda ex Canale da parte di Elcograf con la parte produttiva limitata solo alla stampa in rotativa con a regime una quarantina di dipendenti. Sul fronte rotocalco, colpita come tipologia di stampa maggiormente dal caro energia, invece, chiusa questa attività nello stabilimento di Melzo, restano attivi i tre impianti della ex Eurogravure di Treviglio.
Terminato il piano di prepensionamenti che aveva come scadenza quest’anno, in base ai requisiti dei 35 anni di contributi versati e con il sostegno alle uscite anticipate previsto dal fondo di 60 milioni a suo tempo previsto dal governo, oggi i dipendenti Elcograf si sono ridotti a circa un migliaio a cui aggiungere quelli della stamperia inglese, i circa 200 in capo alle attività dirette del gruppo Pozzoni e la quarantina della Adda Officine Grafiche.
Un numero che, fanno sapere al quartier generale di Cisano Bergamasco, considerando la contrazione complessiva del mercato grafico-editoriale e un 2023 che, sebbene i costi energetici siano diminuiti rispetto ai picchi toccati nel 2022, registra tuttora valori molto elevati, è destinato ulteriormente e ridursi. In Elcograf, infatti, si sta monitorando la situazione contributiva e anagrafica dei dipendenti con la presenza ancora di personale prepensionabile. Per questo, mentre per ridurre i costi si sta ricorrendo per ora solo ai contratti di solidarietà negli stabilimenti rotooffset, prima dell’estate l’azienda potrebbe presentare alle organizzazioni sindacali un nuovo piano di prepensionamenti.