Ancora buio sui conti di Elcograf, ma all’orizzonte forse si intravede qualche spiraglio di luce. Da gennaio a luglio del 2014 infatti l’azienda di Verona nata dalla fusione delle attività di stampa del Gruppo Pozzoni con Mondadori Printing ha visto il fatturato in calo di quasi il 15%, soprattutto per la riduzione delle commesse nel settore rotocalco. Di contro nel periodo si è manifestata una timida ripartenza per il roto-offset, anche se è presto per dire se ci si trovi di fronte a un’inversione di tendenza. La direzione aziendale ha incontrato i rappresentanti sindacali delle sigle Slc-Cgil, Fistel -Cisl, Uilcom-Uil e Ugl Carta e Stampa per presentare i risultati dei primi sette mesi di un anno partito con la messa in cassa integrazione di oltre 300 dipendenti e proseguito con la firma di un delicato accordo sulla retribuzione integrativa. Il tutto sullo sfondo di un preoccupante calo di commesse, l’uscita di scena di clienti e testate tradizionali e il timore di avvitarsi in una crisi sempre più difficile da affrontare. I numeri parlano chiaro e la strategia della proprietà punta prima di tutto a contenere le perdite. Il sindacato conferma infatti che “l’azienda ha elencato i risultati del periodo evidenziando un’ulteriore flessione dei ricavi di gruppo rispetto allo stesso periodo del 2013, passando da 81 a 69 milioni (-14,8%)”. Nel frattempo sono state ridotte le spese dei trasporti, delle materie prime e della manodopera per contenere l’impatto della flessione e mantenere in leggero attivo il margine operativo lordo. Esaminando nel dettaglio l’andamento dei primi sette mesi del 2014 emerge che il calo maggiori è avvenuto nel settore del rotocalco: un dato che peraltro è omogeneo con la crisi strutturale che penalizza da anni il comparto. La nota del sindacato lascia spazi a poche illusioni: “In un solo anno i volumi di stampa sono passati dal 58% a poco più del 30% della saturazione degli impianti, penalizzati – rileva la rappresentanza – anche da un indebolimento e dalla scarsa marginalità della rete commerciale terzi estera”. Da segnalare come dicevamo anche un aspetto positivo: l’area roto-offset si segnala in lieve controtendenza e ha mostrato margini di miglioramento di mercato sia nella rete della grande distribuzione organizzata che nei periodici. Per effetto di questo cambio di marcia c’è stato un incremento pari al 3% dei volumi di stampa, mentre anche l’offset è in lieve contrazione, seguendo la linea tracciata dal mercato di riferimento. A primavera la proprietà aveva assicurato di voler investire nell’area commerciale per competere all’estero: una linea di intervento ritenuta necessaria per favorire il rilancio. Da parte sua il sindacato ha ribadito l’impegno di maggio, “quando i dipendenti hanno rinunciato a una parte di integrativo per credere ancora nel proseguo dell’attività”. Quasi due lavoratori su tre avevano ratificato un accordo concreto ma doloroso, in base al quale la Elcograf non avrebbe più corrisposto loro il premio di secondo livello. Questo comporta per la maggior parte degli addetti dello stabilimento ex Mondadori un taglio di circa 5.000 euro sul reddito annuale. In cambio, per salvaguardare i livelli salariali, invece del premio soppresso è stato previsto un “premio di ottimizzazione orario”, legato al numero di ore lavorate, che potrà valere da 490 a un massimo di mille euro lordi annui.
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