Non c’è stato alcun riavvicinamento (almeno per ora) tra la casa editrice Mondadori e la Elcograf del gruppo Pozzoni sul fronte del taglio delle commesse di riviste e libri operato dai vertici di Segrate che stanno mettendo a rischio circa 470 posti sui quasi 800 lavoratori impiegati negli stabilimenti del gruppo Bergamasco a Verona, Melzo e Cles (ovvero il perimetro della ex Mondadori Printing acquisita da Elcograf nel 2008). Taglio che riguarda attualmente oltre 15 dei circa 50 milioni di ricavi che il gruppo Pozzoni realizza con la stampa per Mondadori.

I posti a rischio sono quelli che riguardano i dipendenti che lavorano sulle linee rotocalco, rotooffset e stampa dei libri interessati dalla decisione di Mondadori di disdettare anticipatamente de facto il contratto con Elcograf rinnovato nel 2013 e rivisto (al ribasso per Pozzoni) nel 2016 che ha come scadenza il 2021, con l’opzione per un rinnovo triennale.

Nel giustificare la decisione presa unilateralmente, dopo che Elcograf aveva respinto, ritenendola non sostenibile economicamente, la richiesta di ridurre ancora i prezzi di stampa, peraltro accompagnata dal venir meno dell’esclusiva e da una drastica riduzione della durata dell’accordo, la Mondadori sostiene che già nel 2013 le tariffe applicate dal gruppo Pozzoni sarebbero risultate superiori ai prezzi di mercato e grazie a ciò Elcograf avrebbe potuto non solo distribuire dividendi ma anche acquisire nuove aziende. Ora che il mercato dell’editoria ha registrato un’ulteriore, pesante flessione, la casa editrice di Segrate avrebbe quindi deciso di diversificare i propri fornitori. Inoltre, secondo Mondadori la clausola di esclusiva non sarebbe valida perché non rispetterebbe le condizioni di libertà del mercato. Di qui, appunto, il taglio delle commesse.

Alle motivazioni addotte dall’azienda guidata da Ernesto Mauri, Elcograf, che ha intrapreso le vie legali aprendo un contenzioso arbitrale, dopo lo spostamento di parte delle commesse, ha replicato di essere disponibile al dialogo solo se verranno confermati durata e volumi del contratto. Elcograf inoltre ha fatto rilevare come il problema del prezzo sia presentato da Mondadori in un’ottica volutamente parziale e fuorviante, posto che le tariffe, ricontrattate appena nel 2016, e peraltro in forte ribasso, fanno parte di un contratto firmato da entrambe le parti in un contesto rimasto sostanzialmente immutato. Elcograf, inoltre, ricorda come tali tariffe siano, altresì, da contestualizzare rispetto all’accordo con quale nel 2008 il gruppo Pozzoni aveva acquisito per ben 173 milioni la ex Mondadori Printing. Lo stesso discorso, ovvero il rispetto del contratto, vale anche per la clausola di esclusiva che, sempre Mondadori, ha liberamente sottoscritto a suo tempo e che quindi non può oggi ritenere unilateralmente non valida, compito che semmai sarebbe spettato a un arbitro terzo.

Le due aziende quindi si mantengono su fronti contrapposti. Anzi, la scorsa settimana, adducendo motivi legati all’agitazione sindacale in corso nello stabilimento di Melzo (così come in quelli di Verona e Cles per il timore di perdere i posti di lavoro) la Mondadori non ha fatto stampare Sorrisi & Canzoni Tv proprio nell’impianto Elcograf di Melzo, spostando la commessa presso un’altra azienda grafica.

La situazione quindi resta sempre difficile e continua per questo, oltre alla mobilitazione indetta dai sindacati, la forte attenzione da parte delle istituzioni. La vicenda è stata esaminata in questi giorni dal tavolo operativo con i rappresentanti veronesi in Parlamento e Regione voluto da Federico Sboarina, sindaco di Verona dove Elcograf impiega 440 persone, circa 200 delle quali a rischio per il taglio commesse delle riviste a meno che Mondadori non decida di ridurre anche la stampa di libri, e dove è già scattata la cassa integrazione. Sboarina si è reso disponibile a chiedere un incontro ai vertici di Mondadori, mentre deputati e consiglieri regionali a richiedere al ministero dello Sviluppo economico di aprire un tavolo specifico anche per accedere, ha spiegato il sindaco di Verona, alle soluzioni previste per le aziende editoriali in difficoltà, dagli ammortizzatori sociali ai prepensionamenti. La questione è stata affrontata anche dai capigruppo comunali di tutti i partiti veronesi che hanno incontrato anche le rappresentanze sindacali e di Elcograf e dalle istituzioni della Provincia di Trento dove si trova lo stabilimento di Cles. Con l’obiettivo di arrivare a un confronto Mondadori ed Elcograf magari per risolvere (se possibile) il contenzioso con un tavolo congiunto.

 

di Achille Perego