Alcuni ricercatori hanno dimostrato come gli scarti tessili possano essere utilizzati nella produzione di nuovi tipi di carta

Utilizzare le fibre tessili, anche di recupero, nella realizzazione di packaging è una strada che diverse aziende hanno cominciato a percorrere negli ultimi anni.

Ne abbiamo parlato nell’ultimo numero de Il Poligrafico 209, raccontando della gamma di carte Rydal Apparel realizzate dalla James Cropper, composte per il 20% da fibre di denim post-consumo e per l’80% da fibre riciclate provenienti da tazze da caffè usate. La tecnologia utilizzata è relativamente nuova e consente di sciogliere il cotone e trasformarlo in pasta.

Anche i ricercatori del RISE (Research Institute of Sweden) vogliono dimostrare che le fibre tessili di scarto, considerate a tutti gli effetti un sottoprodotto, possono essere utilizzate per realizzare nuovi tipi di carte. “Incenerire i tessuti fornisce un certo ritorno in termini di recupero energetico, ma riduce la percentuale di riciclo, producendo emissioni di anidride carbonica. Vogliamo che i rifiuti diventino una risorsa” spiega Mikael Magnusson, senior research associate nel ramo della bioeconomia all’interno del RISE.

Sebbene l’uso di tessuti come il cotone all’interno della carta non sia di per sé una novità, il processo sviluppato da RISE permette di utilizzare gli scarti, cosa che in precedenza non accadeva. “Possiamo immettere la nuova tecnologia sul mercato già domani, stiamo solo aspettando qualcuno che sia disposto a implementarla” aggiunge Magnusson.

Le sfide relative allo sviluppo della carta prodotta con scarti tessili hanno riguardato principalmente le tecnologie di processo, come ad esempio i pretrattamenti a cui sono sottoposte le fibre e l’adattamento di queste ultime alla lavorazione della carta. Come si fa, ad esempio, ad adattare le fibre di cotone, che sono lunghe, a macchine a lavorazione continua, ottimizzate per le fibre corte? Un’altra sfida è stata quella di garantire che il flusso fosse privo di contaminazione.

Questa nuova tipologia di carte tessili trova applicazione prevalentemente nell’ambito del packaging di lusso, ma ci si aspetta che presto contamini anche il mondo del largo consumo. Lo ha dimostrato la catena di supermercati britannica Iceland, realizzando sacchetti in carta-cotone, che assicurano le stesse performance delle classiche buste usa e getta. Richard Walker, amministratore delegato di Iceland, ha dichiarato “Queste nuove borse di carta e cotone offriranno ai nostri clienti un’alternativa solida e riutilizzabile alle borse di plastica. Non vediamo l’ora di vedere la risposta del mercato a questa novità, che fa parte della nostra strategia a lungo termine per ridurre l’utilizzo della plastica negli imballaggi”.