Il decreto del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm) del 22 marzo pubblicato in Gazzetta ufficiale e dunque già in vigore, prevede ulteriori disposizioni per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 sull’intero territorio nazionale fino al 3 aprile 2020. Prevede che siano “sospese tutte le attività produttive industriali e commerciali”, ad eccezione di quelle con determinati codici Ateco elencate nell’allegato 1, pubblicato insieme al decreto. Le aziende di stampa, che hanno un codice Ateco che comincia per “18” in quanto parte della denominazione Ateco “Stampa e riproduzione di supporti registrati”, fanno parte delle aziende autorizzate a proseguire l’attività. Il decreto prevede che le imprese per le cui attività è prevista la sospensione, possano completare le attività necessarie entro il 25 marzo 2020, compresa la spedizione della merce in giacenza.

 

Cos’è il codice Ateco

Il codice Ateco è una combinazione alfanumerica che identifica una ATtività ECOnomica (da qui la sigla). Le lettere individuano il macro-settore economico mentre i numeri (da due fino a sei cifre) rappresentano, con diversi gradi di dettaglio, le specifiche articolazioni e sottocategorie dei settori stessi. Fra i codici Ateco contenuti nell’allegato 1 del Dpcm del 22 marzo, e cioè dell’elenco di tipi di attività manifatturiere e industriali che possono continuare a operare, ce ne sono anche alcuni che riguardano il mondo della stampa. Il più importante è il codice Ateco 18 che raggruppa le attività di “Stampa e riproduzione di supporti registrati”:

il codice Ateco 18.1 include le attività di “Stampa e servizi connessi alla stampa”: “le attività di stampa di quotidiani, libri, periodici, moduli commerciali, biglietti d’auguri ed altro materiale; sono comprese anche le attività di supporto, quali la legatoria, la preparazione di lastre, di testi e di immagini. La stampa può essere effettuata utilizzando tecniche e materiali differenti”, si legge nella classificazione Ateco
Il codice Ateco 18.2 riguarda la “Riproduzione di supporti registrati”, in cui rientrano le attività di “riproduzione da originali di dischi per grammofono, compact disc e nastri con registrazioni musicali e altre registrazioni sonore, riproduzione da originali di filmati cinematografici ed altre registrazioni video su Dvd, compact disc e nastri, riproduzione da originali di software e dati su dischi o nastri”

 

Le attività concesse

Concentriamoci dunque sulle “sottocategorie” del codice Ateco 18.1 che – ricordiamo – fanno tutte parte dalla serie di attività cui è consentito di proseguire la produzione secondo quanto disposto dal Dpcm del 22 marzo:

18.11.00 Stampa di giornali (stampa di altri periodici, pubblicati almeno quattro volte alla settimana)
18.12.00 Altra stampa (stampa di riviste ed altri periodici, pubblicati meno di quattro volte alla settimana, stampa di libri e opuscoli, spartiti e manoscritti di musica, mappe, atlanti, manifesti, cataloghi, prospetti ed altri stampati pubblicitari, francobolli, marche da bollo, titoli rappresentativi, assegni ed altra carta valori, smart cards, album, agende, calendari ed altri stampati commerciali, carta da lettere con intestazione personale ed altro materiale stampato tramite stampa tipografica, offset, rotocalcografia, flessografia, serigrafia ed altre macchine da stampa, macchine duplicatrici, stampanti elettroniche, goffratrici eccetera, stampa diretta su tessuti, plastica, vetro, metallo, legno e ceramica, stampa su etichette e cartellini – litografia, rotocalcografia, flessografia, altro -, stampa su articoli pubblicitari e stampa di pubblicità su automezzi)
18.13.00 Lavorazioni preliminari alla stampa e ai media (attività di: composizione, fotocomposizione, fotoincisione, immissione ed elaborazione di dati, inclusa la scansione, il riconoscimento ottico dei caratteri e l’impaginazione elettronica, preparazione di file di dati per applicazioni multimediali, preparazione di lastre incluso il trattamento delle immagini e la creazione delle lastre – per i processi di stampa tramite stampa tipografica e offset -, preparazione dei cilindri: incisione dei cilindri per rotocalcografia, trattamento delle lastre: CTP (anche lastre in fotopolimeri), lastre e matrici per la stampa anche a rilievo, predisposizione di matrici per lavori artistici, incluse pietre litografiche e blocchi di legno preparati, a partire dagli originali, produzione di presentazioni multimediali, per esempio fogli per lucido ed altre forme digitali di presentazione, preparazione di prodotti di stampa, ad esempio: bozzetti, modelli eccetera, produzione di prove di stampa, preparazione di forme per flessografie e telai serigrafici)
18.14.00 Legatoria e servizi connessi (attività di legatoria, preparazione dei campioni e servizi successivi a supporto delle attività di stampa per esempio: legatura e finissaggio di libri, opuscoli, riviste, cataloghi eccetera, tramite piegatura, taglio e rifilatura, assemblaggio, cucitura a filo refe, brossura, taglio ed adattamento copertine, incollatura, fascicolatura, imbastitura, impressione in oro, rilegatura a spirale e a punto metallico, rilegatura e finissaggio di carta e cartone stampati, tramite piegatura, stampigliatura, foratura, fustellatura, goffratura, incollatura, laminatura, servizi di finissaggio per Cd-Rom, servizi finalizzati alla corrispondenza: personalizzazione, imbustamento e preparazione alla spedizione, altre attività di finissaggio quali: fustellatura, stampigliatura e copia in Braille)

 

Altre attività attinenti la filiera della stampa cui il Dpcm consente di proseguire la produzione sono quelle di Fabbricazione della carta (codice Ateco 17), Fabbricazione di macchine per l’industria della carta e del cartone (incluse parti e accessori, codice Ateco 28.95.00), 

Riparazione e manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature (codice Ateco 33), Commercio all’ingrosso di libri riviste e giornali (codice Ateco 46.49.2), Servizi postali e attività di corriere (codice Ateco 53) e Agenzie di distribuzione di libri, giornali e riviste (codice Ateco 82.99.2). L’elenco completo dei codici Ateco cui è consentito di continuare a operare è contenuto nell’allegato 1 del Dpcm, consultabile a questo link.

Qualche altra disposizione

Nel primo articolo del decreto si stabilisce che le attività produttive per cui è invece prevista la sospensione possono comunque proseguire in modalità di telelavoro (smart working), e che invece restano “sempre consentite anche le attività che sono funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività di cui all’allegato 1, nonché dei servizi di pubblica utilità e dei servizi essenziali” (stabiliti dalla legge Legge 12 giugno 1990, n. 146 in quei servizi “volti a garantire il godimento dei diritti della persona, costituzionalmente tutelati, alla vita, alla salute, alla libertà ed alla sicurezza, alla libertà di circolazione, all’assistenza e previdenza sociale, all’istruzione ed alla libertà di comunicazione”, anche se resta ancora in vigore lo stop a musei e scuole). Per poter proseguire l’attività di queste filiere è necessario dare comunicazione al Prefetto della provincia in cui ha sede l’attività produttiva, indicando in maniera specifica le imprese e le amministrazioni – che forniscono beni essenziali – cui sono destinati i prodotti. Il Prefetto può sospendere le attività qualora ritenga che non sussistano le condizioni previste, e fino all’adozione di un provvedimento di sospensione dell’attività, la stessa può proseguire sulla base della comunicazione resa.

Il decreto consente inoltre la prosecuzione delle attività degli impianti a ciclo produttivo continuo “dalla cui interruzione derivi un grave pregiudizio all’impianto stesso o un pericolo di incidenti”, sempre previa comunicazione al Prefetto della provincia di riferimento. Come prima, il Prefetto può sospendere le attività qualora ritenga che non sussistano le condizioni per la prosecuzione delle attività. “In ogni caso – precisa il testo del decreto -, non è soggetta a comunicazione l’attività dei predetti impianti finalizzata a garantire l’erogazione di un servizio pubblico essenziale”. 

 

A cura di Giulia Virzì