Saranno quasi 40 milioni le copie di libri che non saranno stampate nel 2020 e quasi 19 mila i titoli che non verranno pubblicati: questo in prospettiva è l’impatto che la diffusione del nuovo coronavirus COVID-19 avrà sull’editoria italiana secondo le prime evidenze dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (AIE). Il 61% degli editori, sempre secondo quanto riferisce Aie, ha già fatto ricorso alla cassa integrazione o la sta programmando. L’Osservatorio istituito dall’associazione rileva inoltre che già al 20 marzo gli editori hanno pesantemente rivisto i piani editoriali per il 2020, riducendo del 25% le novità in uscita. E l’88% degli editori esprime grande preoccupazione per la sorte delle sue attività.
L’impatto del coronavirus sull’editoria italiana si preannuncia dunque molto forte: oltre ai 39,3 milioni di copie stampate e ai 18.600 titoli in meno, saranno 2.500 i titoli che non saranno tradotti. «Una ricaduta -spiega il presidente di AIE Ricardo Franco Levi – che rende il settore del libro una delle prime vittime economiche dell’emergenza Coronavirus, al pari del mondo dello spettacolo, del cinema e dell’audiovisivo. Siamo allo stremo. Per questo chiediamo al governo di intervenire per sostenere l’intera filiera con strumenti di emergenza analoghi a quelli previsti per questi settori, perché non possiamo permetterci un Paese senza teatri e senza sale cinematografiche, ma neppure senza librerie, editori, promotori, distributori di libri, traduttori. Oggi la filiera del libro rischia di essere stravolta e fortemente ridimensionata: la chiusura delle librerie fisiche ha privato gli editori del canale principale di vendita; le difficoltà di approvvigionamento delle librerie online stanno ulteriormente aggravando questa situazione. Non possiamo permettercelo: se si andasse verso la crisi più nera per il libro, il danno culturale all’intero Paese sarebbe gravissimo. Di qui la necessità di misure immediate d’emergenza e di interventi più specifici, come il credito d’imposta sulla carta, più sul medio – lungo periodo», conclude Levi.
Nelle stesse ore in cui Aie ha reso noti i risultati di questa sua prima indagine, è entrata in vigore la legge sul libro per la quale proprio l’associazione degli editori aveva chiesto un rinvio per permettere ai suoi rappresentati di concentrarsi sulle difficoltà imposte dalla diffusione del coronavirus. La legge sul libro è stata approvata dal Senato a inizio febbraio e prevede – fra gli altri provvedimenti – che il tetto agli sconti sui libri passi dal 15% al 5% (resta al 15% per i libri scolastici), un incremento del tax credit alle librerie di 3.250.000 euro e una Card Cultura da 100 euro per l’acquisto di libri per le famiglie più disagiate.
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