La legge del concordato fallimentare “in bianco” o “in continuità” introdotta nell’ottobre dell’anno scorso dal Governo Monti che tante posizioni polemiche ha suscitato anche nel nostro settore è sotto l’occhio del Governo Letta che è alla ricerca di nuove garanzie per frenare gli abusi. Quella che infatti secondo il legislatore doveva essere una medicina per evitare a qualche azienda di fallire, salvando posti di lavoro, si è rivelata in troppi casi un veleno a causa di numerose condotte abusive di tale strumento. Ora è allo studio una nuova condizione: – riporta un articolo sul Corsera – l’impresa non potrà più limitarsi alla semplice domanda iniziale in bianco ma dovrà depositare l’elenco dei suoi crediti e debiti. Il tribunale potrà inoltre nominare un commissario giudiziale che controllerà se l’impresa in crisi si stia effettivamente attivando per predisporre una compiuta proposta di pagamento dei creditori. Se il debitore compirà atti in frode dei creditori decadranno tutti gli effetti protettivi del concordato in bianco: viene dunque prevista “l’immediata caducazione degli effetti protettivi nel caso in cui il tribunale accerti, anche attraverso la segnalazione del commissario giudiziale (quando nominato), che il debitore ha posto in essere condotte pregiudizievoli delle ragioni dei creditori”. E Filippo Santelli su Repubblica rincara la dose “Qualcuno alla fine resta con il cerino in mano. E quando si parla di fatture non pagate e fallimenti, sono spesso i più piccoli. L’effetto del nuovo concordato preventivo, denunciano sindacati e artigiani, è questo: scaricare il prezzo della crisi sull’ultimo anello della filiera. Il pesce grande congela i debiti, guadagna tempo, riparte con il ramo sano della società. I suoi fornitori nell’attesa muoiono". E in una interpellanza alla Camera il deputato di Scelta civica, Andrea Causin, ha detto è «paradossale che un istituto nato per facilitare la ristrutturazione dei debiti e quindi il superamento della crisi di impresa sia a poco a poco diventata una scappatoia legalizzata per non pagare fornitori, subappaltatori e altri creditori, incoraggiando così la concorrenza sleale verso le imprese che gli impegni li rispettano». Non c’è da augurarsi che la revisione di questa legge arrivi quanto prima.
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