La crisi ha fatto un’altra vittima nel settore della stampa. Si chiama Compositori Industrie Grafiche ed è una delle più “vecchie” imprese di stampa di Bologna, nata addirittura nel 1865 come tipografia di riferimento per gli stampati del Comune, dell’Università, del Tribunale. L’azienda di via Stalingrado (che nel 1992 aveva assunto l’attuale composizione sociale) era stata acquisita negli anni sessanta da Giulio Pietro Ponzellini (scomparso due anni fa all’età di 95 anni) ed è tutt’ora di proprietà della famiglia Ponzellini. Con presidente Andrea Ponzellini (dal 2011 alla guida dell’Associazione Arti Grafiche di Bologna e fratello di Massimo Ponzellini, ex presidente di Impregilo e Bpm coinvolto in una serie di vicende giudiziarie) e amministratore delegato Francesco Ponzellini. Lo scorso 28 dicembre la Compositori ha chiesto al Tribunale di Bologna l’ammissione alla procedura di concordato preventivo con la nomina di Giuseppe Mario Tomaselli come commissario liquidatore. Una scelta obbligata, come si legge nella richiesta di liquidazione, di fronte alla crisi del mercato, all’incidenza dei costi di gestione e soprattutto a un indebitamento che al 20 dicembre 2012 era di 2,833 milioni di euro nei confronti dei fornitori e di quasi 500mila euro verso le banche, a fronte di crediti da clienti non riscossi per 600mila euro. Con ricavi per circa 3-3,5 milioni di euro e un parco commesse che, secondo voci di mercato, aveva subito un deterioramento sul fronte della redditività (quindi un forte abbassamento dei prezzi) negli ultimi due anni l’azienda aveva cercato di far fronte alla crisi riorganizzando l’attività, riducendo da 30 a 18 il numero dei dipendenti (con un trasferimento della forza commerciale in un’altra società), ricorrendo alla cassa integrazione e vendendo una Roland a foglio a cinque colori per 330mila euro. Tutti interventi che non sono bastati tanto da costringere i Ponzellini a richiedere la messa in liquidazione della società. Specializzata, con un parco macchine piane Roland fino a 6 colori, nella stampa commerciale ed editoriale (in primis per la Casa editrice del gruppo, molto affermata nel settore delle pubblicazioni tecnico-scientifiche, del design e architettura a partire dalla rivista Ottagono), la Compositori annovera commesse nel settore bancario e finanziario, tra gli enti pubblici e nel comparto industriale con clienti come Ducati, Ferrari, Coccinelle, Dondi (arredamento), Baglietto (nautica), Kerocal oltre a produzioni di qualità come la stampa del Catalogo numismatico italiano. Adesso rischia la chiusura (al professor Paola Bastia è stato dato l’incarico di redigere il piano per il concordato preventivo e quindi, con la vendita dei beni e delle macchine, pagare una quota dei debiti verso i fornitori) a meno che non subentri un nuovo gestore dell’attività. Sul tavolo ci sarebbe la proposta irrevocabile per l’affitto del ramo d’azienda per 120mila euro. Voci di mercato sostengono che l’azienda interessata a rilevare parte dell’attività (la casa editrice non rientra nella liquidazione) potrebbe essere la Litographic Group di Spezzano, in provincia di Modena, una giovane e in crescita azienda emiliana, leader nel settore della stampa commerciale per l’industria ceramica, guidata da tre soci, che acquisendo commesse e macchine della Compositori, potrebbe implementare l’attività.
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