Più 2,7% in fatturato nell’ultimo anno per l’editoria libraria grazie al “bonus cultura” per i 18enni, ma il settore attraversa ancora un momento di difficoltà e bisogna promuovere ancora la lettura anche per sostenere l’intera filiera produttiva. È quanto emerso dall’incontro “L’insostituibile autorevolezza del leggere”, organizzato da Federazione Carta e Grafica, Aie (Associazione italiana editori), Fieg (Federazione italiana editori giornali) venerdì 15 novembre nel corso di Bookcity, la manifestazione dedicata ai libri di Milano. Secondo i dati del Centro studi Federazione Carta e Grafica diffusi nel corso dell’evento, nel 2018 il fatturato delle filiera della carta e della stampa è stato pari a 31,4 miliardi di euro (+1,4% rispetto al 2017), contribuendo alla formazione del Pil per una quota pari all’1,8%. Per darne la misura, si tratta di poco meno di un terzo dell’industria automobilistica (106 miliardi di euro). Ma c’è ancora aria di crisi nella filiera. Una crisi concentrata nel settore della grafica e della stampa, in sensibile riduzione dal 2004 ad oggi, con una perdita produttiva complessiva del 48% (fronte di un ridimensionamento del manifatturiero del 14%) con riduzioni del 60% per quotidiani, periodici e libri. L’export sul fatturato complessivo della filiera della carta vale il 31,8%, con un saldo commerciale positivo di 3,5 miliardi di euro.

«Accanto alla lettura, va sottolineata l’importanza di promuovere anche la relativa filiera, conoscere e sostenere un sistema produttivo in grado di garantire nel Paese cultura e informazione in maniera sostenibile», ha affermato Girolamo Marchi, presidente della Federazione Carta e Grafica. Nel corso dell’incontro a Bookcity è stata anche avanzata da parte della Federazione la proposta di uno strumento più strutturale, come la possibilità di detrarre dalle imposte sul reddito delle persone fisiche il 19% di quanto speso nel corso dell’anno per comprare libri e giornali quotidiani e periodici, gli ultimi due settori attualmente ancora in sofferenza.

I dati del settore non sono positivi. Tolto l’aumento del fatturato per l’editoria libraria, testimonianza di come il sostegno pubblico funzioni (il bonus cultura negli ultimi tre anni – sarà reiterato nel 2020 nella Legge di Bilancio, art.43, ed estesa dal prossimo anno anche agli abbonamenti a giornali – ha registrato 430mila fruitori, con l’80% della spesa destinata ai libri, per un controvalore quantificabile in circa 172 milioni di euro), i dati sulla lettura di libri e giornali e quelli sulla pubblicità hanno tutti il segno meno. «Pesano il continuo calo del numero dei lettori e la conseguente riduzione dei consumi interni di prodotti culturali», ha osservato Cinzia Caradini, responsabile Centro studi Federazione Carta e Grafica. Nel 2018 la popolazione che legge libri è scesa al 40,6% (46,8% nel 2010), per quotidiani e periodici è oggi rispettivamente al 30% e al 37% (36,6% e 50,5% nel 2014). Sempre in progressiva riduzione la pubblicità su stampa che oggi vale meno di un sesto del mercato pubblicitario (era un terzo nel 2007). Per quanto riguarda il panorama dei giornali «i contenuti dei quotidiani non sono mai stati letti come adesso e utilizzati su tutte le piattaforme – ha osservato Karen Nahum, vice direttore generale area Publishing & Digital de Il Sole 24 Ore, che è intervenuta in rappresentanza del presidente Fieg, Andrea Riffeser -. Come editori stiamo tutti ragionando in logica di piattaforma, i giovani non leggono il quotidiano di carta ma consultano le notizie da social e da mobile, gli editori quindi sono concentrati a sviluppare i proprio contenuti in un’ottica crossmediale». Gli editori dei giornali, proprio per questa molteplicità di mass media e contenuti, chiedono “regole certe per proteggere il diritto d’autore dalla pirateria” in particolare sulle nuove piattaforme – come i sociale network – dove è più semplice la condivisione di news.