La pandemia ha accelerato la diffusione dei QR, specialmente nel settore della ristorazione. Ma c’è anche chi li odia a morte.
Abbiamo già parlato spesso di come durante la pandemia, la necessità di favorire operazioni senza contatto fisico abbia contribuito alla diffusione del QR. Uno dei segmenti di mercato che ha abbracciato più velocemente la “rivoluzione digitale” è quello della ristorazione. Nel giro di pochi mesi, moltissimi locali hanno sostituito i menù cartacei con la versione digitale. Ma c’è anche chi non li sopporta.
In un lungo articolo d’opinione su The Atlantic il giornalista Conor Friedersdorf li ha definiti la peggiore idea che l’industria della ristorazione abbia mai adottato. Rievocando le raccomandazioni fatte dall’agenzia federale per il controllo sulla sanità pubblica durante il primo periodo pandemico (in cui le superfici ad alto contatto erano considerate veicolo di infezione) che includevano anche l’utilizzo di menù monouso o digitali, Friedersforf scrive: “Il menù con codice QR ha preso piede durante la pandemia e potrebbe dominare anche in futuro. Ma spero di no, perché io detesto i menù digitali […] voglio uscire seduto in un ristorante il giorno del mio centesimo compleanno, con un aperitivo nella mano sinistra e un menù cartaceo nella destra. […] In un futuro migliore, in cui i menù della vecchia scuola resisteranno, morirò felice sapendo che le future generazioni inizieranno ancora i pasti incrociando gli sguardi al tavolo invece di fissare uno schermo”.
Ironicamente il giornalista elenca tutta una serie di problemi legati all’uso dei menù digitali. Bisogna augurarsi che la batteria del telefono sia carica, che il wi-fi funzioni bene, che il collegamento funzioni. Essere costretti a visualizzare le portate del menù su uno schermo in alcuni casi costringe a una distrazione continua. Su Eater, la giornalista Jaya Saxena ha scritto “Magari si spulcia solo per vedere quale drink ordinare e si finisce a controllare messaggi ed email”.
In uno studio del 2018 Smartphone Use Undermines Enjoyment of Face-to-Face Social Interactions, il ricercatore di psicologia sociale Ryan Dwyer e i suoi colleghi hanno chiesto ad alcune persone di tenere il telefono fuori a cena con gli amici e ad altre di metterlo via. Il risultato è stato che i gruppi a cui era stato assegnato l’uso del telefono hanno apprezzato meno l’esperienza rispetto ai gruppi che non l’hanno usato, soprattutto perché i partecipanti con il telefono erano più distratti. I menù QR pongo anche un problema di privacy poiché sono generati da un’altra società “che raccoglie, utilizza e spesso condivide le vostre informazioni personali” avverte l’ACLU, organizzazione non governativa a difesa dei diritti civili e la libertà dei cittadini.
Insomma, l’integrazione tra fisico e digitale sta innescando dei cambiamenti epocali ed è un bene che le aziende ne colgano le opportunità. Il menù digitale è perfettibile, ma è ancora un bene che venga stampato.