Definirla un’emergenza forse sarebbe eccessivo ma non c’è dubbio che il mercato della carta per stampare giornali e riviste stia vivendo una fase di tensione caratterizzata da un forte gap tra la domanda (più alta) e l’offerta (più bassa). Il che, come sempre, determina una difficoltà di approvvigionamento e l’inevitabile rialzo dei prezzi.
La situazione di difficoltà che si è creata in questo mercato, spiega Marco Villa, sales manager paper di Heinzel Sales Italy, che fa capo all’omonimo gruppo cartario austriaco, è dovuta da una parte all’aumento della domanda che si è alzata in particolare nel primo trimestre di quest’anno, ma soprattutto alla forte riduzione da parte delle principali cartiere europee di produzione carta per giornali (newsprint e giornale migliorato) e carta Bc (bianca calandrata o più precisamente super calandred) utilizzata per magazine e riviste.
Dal 2015 sarebbero “sparite” dal mercato europeo oltre 2 milioni di tonnellate di carta per giornali (1,260 negli ultimi due anni) e, sempre riferendosi all’ultimo biennio, quasi 700mila tonnellate di carta BC.
Conseguenza, spiega sempre Villa, della decisione dei principali gruppi europei (dalla stessa Heinzel a colossi come la svedese Holmen o la finlandese Upm) di chiudere o riconvertire gli impianti dedicati alla produzione di carta per giornali e riviste. Una decisione presa negli ultimi anni di fronte alla crisi che aveva colpito il settore dell’editoria e alla ridotta marginalità di questo comparto. Una marginalità di gran lunga inferiore a quella collegata alla produzione di carta e cartoncino ondulato per il packaging, il mercato verso il quale sono stati riconvertiti molto impianti. Compreso quello ex Burgo di Mantova rilevato dal gruppo Pro-Gest tanto che oggi in Italia di fatto non esiste più alcun produttore di carta per giornali e riviste.
La significativa riduzione di capacità produttiva specialmente nei settori giornali e Bc è confermata anche del report di febbraio di Holmen, come ricorda Riccardo Matina, commercial director di Holmen Italia, insieme con il rallentamento del trend negativo nel settore printing. Il report di Holmen sottolinea come nel 2017 sia stata ridotta, per esempio, la produzione di newsprint per 790 mila tonnellate (300mila all’impianto di Madrid, 210mila alla Papierfabrik Utzenstorf e 280mila a Leipa Schwedt). Per il 2018, però, non sarebbe annunciata nessuna grossa chiusura.
La tensione sul mercato, aggiunge sempre Villa, è stata anche provocata dalla chiusura, per motivi ambientali, di alcuni impianti in Cina e così anche questo Paese ha cominciato a spostare le commesse verso la carta prodotta in Europa. Il risultato, mettendo insieme tutti i fattori, è che la produzione di carta per giornali e riviste non è in grado oggi di soddisfare tutta la domanda, provocando un rialzo dei prezzi (dall’8 al 10% per la carta per giornali), uno spostamento di domanda verso altri tipi di carte come il patinatino e la difficoltà ad approvvigionarsi da parte dei gruppi editoriali che, come a volte capita in Italia, non si muovono in anticipo con gli ordini – come fanno per esempio gli editori tedeschi – e non hanno a suo tempo prenotato quote. Una difficoltà ancora più alta, conclude Villa, per le carte colorate come quelle, per esempio, utilizzate per stampare la Gazzetta dello Sport o Il Sole 24Ore.
“In questi mesi più che di emergenza carta per giornali e riviste – avverte però Massimo Medugno, direttore generale di Assocarta – si deve parlare di emergenza prezzi per la cellulosa. E ciò in alcuni casi può condizionare anche il mercato della carta, inclusa quella per giornali e riviste. Infatti, nel mese di marzo ci sono stati nuovi rincari sul fronte delle fibre lunghe (più 40 dollari per tonnellata), motivati, secondo quanto riferisce la stampa specializzata, dal permanere in Europa di una domanda solida e di un’offerta non adeguata, cui si aggiunge, a livello globale, una situazione di mercato favorevole in Cina. Invariate, invece, rispetto a febbraio, sono le quotazioni delle fibre corte la cui situazione di mercato, complessivamente buona, appare però meno soddisfacente di quella descritta per le fibre lunghe”. In vista poi ci sarebbero annunci di nuovi rincari in aprile sia per le fibre lunghe che per le corte che raggiungerebbero rispettivamente i livelli record di 1.170 dollari (NBSK) e 1.050 (eucalipto). Da dicembre 2016 a oggi l’aggravio di costo per le cartiere è stato così di 320 dollari per tonnellata (+39%) per la NBSK e di 400 (+62%) per l’eucalipto.
L’andamento del 2017, comunque, conclude Medugno, può essere definito complessivamente soddisfacente per le cartiere italiane sotto l’aspetto dei volumi prodotti (9,1 milioni di tonnellate con un più 2,1%), sostenute sia dalla buona intonazione del mercato interno (+2% la dinamica stimata dal consumo apparente) che dal contributo positivo della domanda estera (+2,8%). Per il valore complessivo della produzione, stimato in oltre 7,4 miliardi di euro, la crescita è stata del 5,9%. I primi due mesi del 2018 (rispetto al periodo analogo del 2017) mostrano un’ulteriore crescita dell’1,7% in linea con quella dell’industria cartaria europea. E, conclude il dg di Assocarta, si sta assistendo a recenti e imminenti start-up di nuove capacità produttive nei comparti delle carte e cartoni per il cartone ondulato e per il settore del tissue. Nulla, però, all’orizzonte per la carta da giornali e riviste…