Le voci correvano già da un paio di mesi ma negli ultimi giorni, anche con gli articoli usciti sulla stampa locale e nazionale (Corsera compreso) sono diventati più insistenti sebbene, al riguardo, nel quartier generale di Verona non si facciano commenti. E le voci dicono che la holding della famiglia Benetton, Edizione, potrebbe presto formulare un’offerta per l’acquisizione del gruppo Fedrigoni. La proposta, non vincolante, potrebbe arrivare sul tavolo della proprietà entro Natale.
I Benetton non sarebbero però soli in questa, possibile, nuova acquisizione. Al loro fianco qualche settimana fa si era ipotizzato l’intervento del Gic, il fondo sovrano di Singapore, una realtà finanziaria che detiene già partecipazioni per circa 100 miliardi di euro ed è secondo socio di Atlantia, la società sempre del gruppo di Ponzano Veneto a cui fanno capo le attività nel settore delle concessioni autostradali. Negli ultimi giorni però, secondo quanto riportato dal quotidiano il Sole24Ore, l’alleato dei Benetton per l’operazione Fedrigoni non sarebbe il Gic bensì un altro fondo sovrano di Singapore, cioè Temasek. Della partita inoltre dovrebbe far parte un terzo socio, probabilmente ancora un fondo sovrano internazionale oppure il Fondo strategico italiano che già si sarebbe fatto avanti la scorsa primavera prima della decisione della famiglia Fedigroni di optare di trattare, senza successo però, con Charme, il fondo che fa capo a Luca Cordero di Montezemolo. Trattandosi di un business poco conosciuto dai pretendenti della Fedigroni, sarebbe stata ingaggiata la società di consulenza Poyry di Helsinki, esperta dei big nordici della carta che dovrà spiegare numeri e prospettive.
L’intenzione dei Benetton sarebbe quella di mantenersi (per ciò che concerne il loro impegno) al di sotto della quota di maggioranza. Questo non esclude che l’obiettivo sia quello, addirittura, di rilevare il 100% della società veronese. In questo caso si vedrebbe l’uscita della famiglia fondatrice di un’azienda più che centenaria, visto che è nata nel 1888. Se, come detto, al quartier generale di Verona c’è la consegna assoluta del silenzio non è un mistero che l’opzione vendita esista da tempo per la combinazione di due fattori: la voglia di far crescere ulteriormente l’azienda sul piano internazionale, fornendola di capitali freschi (quelli che non sono arrivati con la rinuncia nel 2011 e poi l’anno scorso al progetto di quotazione in Borsa), e la situazione all’interno degli attuali soci. Nella famiglia del presidente Alessandro Fedrigoni non ci sono infatti eredi impegnati in azienda, a parte Chiara Medioli, direttore marketing e consigliere di amministrazione, che del presidente è la nipote. Sempre secondo le indiscrezioni circolate in questi giorni la condizione posta dalla famiglia e dall’ad Claudio Alfonsi sarebbe quella di costruire un’operazione di cessione senza debito, ma tutta con equity.
Proprietaria delle storiche cartiere Milani di Fabriano, Fedrigoni negli ultimi anni ha saputo battere brillantemente la crisi, sfiorando nel 2014 i 900 milioni di euro di ricavi. E la semestrale al 30 giugno mostrava un fatturato in ulteriore crescita dell’8,9% a 482 milioni, un Ebitda di 64 milioni e un risultato netto di 31 milioni, con un indebitamento per 196 milioni, per effetto delle due importanti acquisizioni avvenute quest’anno negli Stati Uniti e in Brasile. Con oltre 2.000 dipendenti, 12 stabilimenti (di cui 9 in Italia, 2 in Spagna e 1 in Brasile), 11 impianti di fabbricazione a macchine continue, 7 impianti di macchine spalmatrici e 13.000 referenze prodotto in catalogo, Fedrigoni vende i propri prodotti in oltre 110 Paesi nel mondo. Il gruppo è inoltre l’unico produttore italiano di carta per banconote accreditato dalla Banca centrale europea per la produzione della carta filigranata dell’euro e produce elementi di sicurezza e carte valori per banche centrali e istituti poligrafici. Il gruppo è proprietario, tra gli altri, dei marchi Fedrigoni e Fabriano. La carta Fabriano, con 750 anni di storia all’attivo, è parte del patrimonio culturale italiano e ogni anno è scelta da milioni di studenti e artisti in Italia e nel mondo. Attraverso Fabriano Boutique poi il gruppo Fedrigoni produce e commercializza prodotti di cartoleria fine venduti tramite 11 boutique monomarca di proprietà e 4 in franchising in Italia e in Cina.