“Nei prossimi giorni, saranno inevitabili fermate produttive delle cartiere italiane”, così commenta il rialzo dei prezzi del gas il Presidente di Assocarta Lorenzo Poli, “la situazione è ancor più grave del mese di marzo, se è possibile, in cui ai picchi sono seguiti momenti di ribasso del prezzo. Ora invece, da qualche settimana, i costi crescono costantemente, senza sosta, su un livello di 180 Euro/Mwh, 9 volte di più rispetto al giugno 2021.”
Come se ciò non bastasse, la recente vicenda dell’introduzione del “de minimis” sui crediti d’imposta per gli acquisti di gas e energia, aumenta l’incertezza.
“Su questo punto, chiediamo immediata chiarezza circa l’uso dei crediti di imposta del secondo trimestre ed auspichiamo l’estensione urgente degli stessi per la restante parte dell’anno, che si prospetta molto più complicata del secondo trimestre stesso, oltre ogni immaginazione e aspettativa imprenditoriale”, aggiunge Poli.
“In questo scenario, si inserisce anche la difficoltà delle aziende industriali nel definire i contratti di fornitura gas per il prossimo anno termico dato che i principali fornitori – non sapendo quanto gas arriverà dalla Russia – non si impegnano a garantire contrattualmente la consegna del gas. Purtroppo, noi industriali stiamo invece già prendendo impegni commerciali con i nostri clienti, anche nel prossimo trimestre, assumendoci di conseguenza un rischio elevato. In questi giorni, il maggior fornitore elettrico sta inviando lettere di preavviso per la rescissione dei contratti in essere in quanto non sarebbe in grado di garantire le condizioni precedentemente negoziate e sottoscritte. Vorremmo che su questo tema l’ARERA, il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Ministero della Transizione Ecologica si esprimessero a garanzia degli obblighi di priorità di fornitura alle aziende industriali per evitare il rischio di fermata di tutta la catena produttiva del Paese e, in particolare di una filiera essenziale come quella della Carta e dell’Economia Circolare, che ogni anno ricicla 6 milioni di carta da riciclare”, prosegue Poli.
E’ una situazione di emergenza continua quella riguardante i costi energetici. I prezzi del gas, dopo il record di dicembre (oltre 113 €/Mwh) e i leggeri allentamenti in gennaio e febbraio scorsi (86 e 81 €/Mwh), a marzo sono stati superati i 126 €/Mwh, ovvero, in media, un prezzo 6 volte superiore a quelli di giugno 2021 (in marzo si sono registrati picchi di 15 volte superiori). I primi 4 mesi 2022 sono segnati da un’estrema incertezza, oltre a causa dei costi energetici, per effetto dell’inflazione, della crescita dei tassi d’interesse, dell’inversione nei consumi e del conflitto russo-ucraino.
“A seguito delle riduzioni delle forniture di Gazprom impossibile non pensare a nuovi rialzi del prezzo del gas”, afferma Poli.
Proprio in occasione dell’Assemblea Annuale del 24 giugno scorso, Assocarta ha presentato i dati del settore cartario, che ne evidenziano l’importanza e, comunque, i progressi nel 2021 in termini ambientali ed economici. Infatti, la produzione italiana di carte e cartoni nel 2021 si è attestata oltre 9,6 milioni di tonnellate (+12,5% dopo il – 4,1% del 2020) che, per la prima volta, pone l’Italia al 2° posto in Europa, dopo la Germania. Tali obiettivi economici sono stati conseguiti insieme a quelli ambientali: il settore usa al 90% fibre vergini certificate PEFC e FSC, è il 2° secondo riciclatore in Europa, dopo la Germania, e ha ridotto le emissioni di CO2 del 30% dagli anni 90.