La voce è cominciata a girare dall’inizio dell’anno ed è stata raccolta, non senza preoccupazione, dalle principali case editrici che fanno stampare i loro libri nello stabilimento di Bergamo (ex Niiag) Arti Group. Questo il nuovo nome dato al polo di stampa bergamasco rilevato circa un anno e mezzo fa da Bavaria Industries Group, fondo tedesco proprietario, appunto, di Arti Group che raggruppa il Niiag (Nuovo Istituto d’Arti grafiche), Eurogravure e Arti Grafiche Johnson.
La voce era che a Bergamo avrebbero cominciato a sospendere la produzione delle due Cameron, le rotative che permettono la stampa e la confezione in linea integrata di libri in bianco e nero. E che addirittura una fosse già stata tolta dalla produzione a gennaio e la seconda sarebbe stata mandata in pensione a febbraio. In realtà la voce era infondata, come hanno fatto sapere ambienti vicini ad Arti Group. Le due Cameron continuano a svolgere il loro lavoro. Ma una piccola parte di verità c’è: ovvero ai vertici di Arti Group è in corso una riflessione per capire quanto sia efficiente e redditizio continuare a far funzionare le due Cameron all’interno del piano di rilancio e riorganizzazione produttiva e di posizionamento strategico sul mercato cominciato a Bergamo con il cambio di proprietà.
Le Cameron, poco presenti nel panorama delle aziende grafiche italiane (le uniche altre macchine in Italia sono quelle della Elcograf del gruppo Pozzoni, che si è ritrovato in casa le Cameron a suo tempo di proprietà della Mondadori Printing nello stabilimento di Cles in provincia di Trento) sono macchine con matrici a rilievo molto flessibili, particolarmente adatte per le ristampe (a fine tiratura le matrici delle pagine montate su un “belt” vengono archiviate e riutilizzate per tirature successive) anche di qualche migliaio di copie.
Se nessuna scelta definitiva sarebbe stata ancora presa da Arti Group – che proprio in questi giorni ha annunciato di essere stata ammessa alla procedura di concordato preventivo per mantenere la continuità produttiva della Cartiera Paolo Pigna e quindi rilevarne la proprietà e l’attività – qualora la decisione finale fosse quella di dismettere le Cameron comunque non significherebbe un abbandono del mercato del libro perché il gruppo ha in casa altri sistemi di stampa, a partire dalla offset piana e rotativa, per assicurare al meglio anche la stampa dei libri. Ma una ipotesi potrebbe essere quella di trasformare le Cameron in macchine da stampa digitali dotandole di teste inkjet e sfruttando tutto l’hardware di trascinamento della carta e i gruppi di piega, copertinatura e confezionamento.
Se così fosse, la preoccupazione degli editori legata al decadimento del vantaggio di poter riusufluire, per le ristampe, delle matrici utilizzate sulle Cameron per le precedenti tirature verrebbe ridimensionata.
(foto dal sito www.artigroup.eu)