Dicembre è un mese che trascorre in fretta, tra cene per salutarsi prima delle vacanze, Secret Santa e acquisti (disperati) dell’ultimo minuto. Per i più entusiasti l’euforia natalizia comincia molto prima, verso metà novembre, quando si scalpita alla ricerca del calendario dell’avvento perfetto.

La tradizione nasce in Germania a metà dell’Ottocento. Le famiglie protestanti erano solite tenere il conto dei giorni che mancavano a Natale segnandoli con dei gessetti colorati o appendendo in casa figurine variopinte. Fu l’editore Gerhard Lang a proporne una versione cartonata, contenente cioccolatini, verso l’inizio del Novecento.

Per decenni questo oggetto è rimasto un dono destinato ai bambini, ma negli ultimi anni si è trasformato in un fenomeno commerciale di incredibile portata, che sembra aver contagiato proprio tutti.

I primi a intuirne il potenziale sono stati, come spesso accade, i grandi brand del lusso, ma ne esistono davvero di ogni forma e tipo. Possono contenere qualsiasi genere di prodotto: cosmetici, profumi, gadget tecnologici, gioielli, alcolici e cibi pregiati. Per le aziende si tratta di un’occasione in più per attirare l’attenzione sul marchio nel periodo prenatalizio, fidelizzare gli utenti storici e intercettarne di nuovi.

Il prezzo varia considerevolmente a seconda del contenuto. Basti pensare che nel calendario dell’avvento di Tiffany 2019 si trovavano oggetti del valore di 15 mila dollari l’uno. Il successo dei calendari dell’avvento si spiega anche con la tendenza a trasformare ogni acquisto in un’esperienza premium. Alcuni consumatori, infatti, sono effettivamente disposti a spendere un prezzo maggiore, pur di avere l’occasione di provare una selezione di prodotti più ampia, seppur in formato mignon.

Grazie ai social, inoltre, un calendario realizzato con tecniche di stampa e finiture ricercate può diventare virale. In alcuni casi, però, questo potenziale può diventare un’arma a doppio taglio. Proprio qualche settimana fa, l’iconico calendario Chanel è stato oggetto di numerose critiche sul web, dopo che la tiktoker californiana Elise Harmon ha girato un video durante l’unboxing, dicendosi delusa dal contenuto misero, a fronte di una spesa di oltre 800 dollari.

Per impressionare gli utenti, le confezioni dei calendari non devono necessariamente riprendere colori e simboli tipici del periodo natalizio. Anzi, i calendari più graditi sono quelli caratterizzati da un design minimale, eventualmente impreziositi da dettagli, texture e coating metallizzati. Molti di questi effetti si possono ottenere utilizzando tecnologie di stampa digitale, che permettono di stampare piccole tirature o copie singole con un alto grado di personalizzazione.

Gli appassionati del fai da te troveranno molte ispirazioni sulle bacheche Pinterest. Esistono anche kit di calendari già pronti, nei quali inserire manualmente e piccole sorprese per parenti, partner e amici, come questi di Amazon e ManoMano. Per chi è attento alla tematica della sostenibilità esistono anche calendari riutilizzabili, come i calendari in stoffa o cotone. Insomma, ce n’è per tutti i gusti: anche per chi odia le tradizioni natalizie.

di Caterina Pucci