Ci hanno sperato a lungo e continuano a farlo ma per i lavoratori della Mazzucchelli di Seriate, della Enerprint di Moncalieri e delle Officine Grafiche di Novara (conosciute con il marchio commerciale Deaprinting) il futuro sta diventando sempre più difficile.
Mazzucchelli ed Enerprint erano finite nel perimetro d’attività del Gruppo Veneziani Editore che aveva costituito (acquisendo anche RotoAlba e un’azienda francese) negli ultimi anni un forte polo di stampa. Che oggi, di fatto, non c’è più, perché tutte le aziende si sono fermate. RotoAlba e la Mazzucchelli sono state dichiarate fallite dal Tribunale e i sindacati temono che nei prossimi giorni la stessa sorte possa toccare alla Enerprint che Veneziani aveva rilevato a inizio anno dal gruppo Ilte di Vittorio Farina. Il Tribunale, spiega Nicola Milano della Fistel-Cisl piemontese, doveva emettere la sentenza il 24 settembre. Ovvero decidere se accettare o meno la procedura del concordato oppure dichiarare il fallimento dell’azienda. La decisione però non è arrivata perché il giudice ha deciso di rinviare il verdetto di 30 giorni, come previsto dalla legge, e quindi bisognerà aspettare ancora una decina di giorni. Ma intanto aumentano i timori tra i circa 150 dipendenti (tutti in cassa integrazione) che tra le due opzioni prevalga quella del fallimento mentre all’orizzonte non si vede per ora nessun serio candidato a rilevare l’attività.
La stessa cosa, sottolinea Paolo Turani, segretario della Slc di Bergamo sta succedendo alla Mazzucchelli di Seriate. Anche qui i circa cento dipendenti sono in cassa integrazione straordinaria (e si sta lavorando al cambiamento del regime di concessione della cassa dopo la dichiarazione di fallimento e anche all’inserimento dei lavoratori, a cui spettano anche alcune mensilità arretrate, nella procedura concorsuale del fallimento) e non si vedono cavalieri bianchi pronti a intervenire. “Nei giorni scorsi – spiega Turani – abbiamo incontrato i curatori che ci hanno confermato l’assenza per ora di reali manifestazioni d’interesse”. Del resto le imprese di stampa della zona, cioè il gruppo Pozzoni e la Graphiscalve, l’azienda guidata dai fratelli Ezio e Walter Ferrari, non avrebbero intenzione di entrare in questa partita.
Nelle ultime settimane è corsa la voce, non confermata però, di un possibile interesse (mai manifestato stando a quanto dichiarano i sindacati) della Caleidograf di Robbiate che nei mesi scorsi aveva messo gli occhi sulle Officine Grafiche di Novara acquistando due delle tre rotative Goss, le due Sunday a 48 pagine già installate a Robbiate. Mentre l’accordo firmato a metà aprile con i sindacati per assumere una quarantina dei 140 dipendenti (una decina a Robbiate e gli altri in un nuovo stabilimento di stampa piana nel Novarese) era stato bocciato dal referendum tra i lavoratori. Quindi è saltato tutto e la Deaprinting ha presentato una nuova domanda di concordato preventivo ammessa dal Tribunale di Novara e si attende l’udienza, fissata per il prossimo 19 novembre, sperando che si affacci all’orizzonte qualche azienda interessata a rilevare l’attività e quindi salvare i posti dei lavoratori per ora tutti in cassa integrazione.
Dal fronte novarese però in questi giorni è arrivata anche una buona notizia: il salvataggio della Legatoria del Verbano che dovrebbe riprendere l’attività il prossimo 19 ottobre. Lo scorso luglio, dopo la chiusura dello stabilimento delle Officine Grafiche, la Book Service di Leinì (TO), società di promozione e distribuzione editoriale facente capo al Gruppo Roletto, si era dichiarata pronta all’affitto dell’azienda di Corso della Vittoria, anch’essa chiusa. Ma alla vigilia della ripresa dell’attività, lo scorso agosto, il Tribunale aveva dichiarato il fallimento. Per fortuna, come spiegano i sindacati, la Book Service, attraverso la Lego Service ha confermato l’interesse e la sua offerta per rilevare la Legatoria del Verbano è stata accettata a fine settembre salvando così 50 posti di lavoro e una storica attività per il novarese.