I rumors su una possibile cessione del ramo industriale italiano della divisione BePrinters (gruppo Bertelsmann), che giravano già dallo scorso aprile (vedi news), sono stati confermati dai fatti. Secondo quando ha riportato l’inserto di Bergamo del Corriere della Sera del 17/09/14 la trattativa con il possibile acquirente – il fondo tedesco Bavaria – avrebbe, infatti, subìto una brusca accelerata. In base a quanto è emerso da un recente incontro in Germania tra una delegazione del Comitato Aziendale Europeo e l’amministratore delegato di Bertelsmann, Thomas Rabe, l’operazione potrebbe concludersi entro ottobre, con l’acquirente che quindi rileverebbe le 4 aziende di BePrinters presenti in provincia di Bergamo. In chiave occupazionale si tratta di circa 900 persone coinvolte, tra Arti Grafiche (300 lavoratori), Distriberg (120), Eurogravure di Treviglio (140) e Arti Grafiche Johnson di Seriate (350). Dopo che in primavera erano uscite voci su una possibile cessione delle società BePrinters era uscita allo scoperto a giugno, ufficializzando le trattative. Entro breve si terranno assemblee dei dipendenti negli stabilimenti delle società orobiche coinvolte, per fare il punto su una situazione poco chiara, in attesa della presentazione del piano industriale dell’eventuale nuova proprietà: «Chiederemo a breve un incontro sia con la direzione aziendale italiana che, se possibile, con l’investitore, prima che la trattativa vada in porto — spiega Luca Legramanti, segretario della Fistel-Cisl —. Nel frattempo restiamo in attesa di capire le modalità con cui si svolgerà l’operazione: ci interessa capire quale potrà essere il futuro scenario in chiave occupazionale». Durante l’incontro col Cae, l’ad di Bertelsmann ha ventilato la possibile cessione anche delle altre due società del gruppo presenti in Spagna: «Questo conferma la volontà del gruppo di cedere tutte le attività grafiche nel Sud Europa — le parole di Marcello Bertazzoni, segretario della Slc-Cgil —. A prescindere dalla proprietà, a noi interessano le prospettive industriali del gruppo, che inevitabilmente ricadranno sul futuro dei dipendenti».
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