La crisi del settore grafico, e in particolare dell’editoria scolastica e dei giornali, si sta facendo sentire con forza anche in Toscana. Se grandi gruppi editoriali come la Giunti di Firenze la stanno affrontando, come sottolineano alla Slc-Cgil di Firenze, con piani di ristrutturazione (cassa integrazione e prepensionamenti) ci sono anche case editrici che portano i libri in Tribunale (l’Editoriale Olimpia di Firenze specializzata nella produzione di riviste specializzate per l’hobbistica e lo sport, a partire dalla caccia e dalla pesca, una parte della cui attività sarebbe stata però rilevata si dice da società che farebbero capo al gruppo Farina) e aziende grafiche che, di riflesso, soffrono. Come la Stiav e la Legatoria Industriale di Calenzano che nei primi mesi dell’anno hanno portato i libri in Tribunale ed è già stata emessa la sentenza di fallimento affidando allo stesso Tribunale le procedure per la messa all’asta di attività e beni per pagare i creditori. La Stiav – Stabilimento Tipolitografico Industriale Attilio Vallecchi, storica azienda di stampa toscana fondata nel 1920 – faceva capo alla famiglia Tinacci. Operava in particolare nella stampa di libri scolastici per editori come Palumbo (Palermo), Bulgarini (Firenze) e Pearson (Milano). Bulgarini e Palumbo erano anche soci della Legatoria Industriale. La crisi, come detto, della stampa dei libri scolastici insieme con la classica stretta creditizia delle banche e quindi le difficoltà finanziarie (anche per sostenere i finanziamenti e i leasing per gli investimenti in nuove macchine fatti tra il 2006 e il 2008) hanno messo in ginocchio Stiav e Legatoria Industriale che non sono riuscite a evitare il fallimento. Per i circa quindici dipendenti della Legatoria si è ricorsi alla cassa in deroga e alla Aspi (la nuova indennità di disoccupazione) mentre per i circa 23 dipendenti della Stiev si è riusciti ad attivare la procedura di mobilità. Se la parola fine, purtroppo, è arrivata per l’attività di Stiav e Legatoria Industriale, sono tempi difficili anche per la cooperativa (aderente alla LegaCoop) Nuova Cesat di Firenze. In questo caso, spiega il vicepresidente Renato Pacca, i problemi hanno una duplice natura. Da una parte si sente la crisi del settore dei quotidiani locali e dall’altra, dato che la Nuova Cesat stampava i giornali (Giornale della Toscana e Metropoli Day, che hanno cessato le pubblicazioni) entrati nell’inchiesta aperta per finanziamenti pubblici illeciti e truffa aggravata allo Stato che ha coinvolto il parlamentare e coordinatore del Pdl, Denis Verdini, la Magistratura ha messo sotto sequestro preventivo i conti correnti bancari e aziendali della Nuova Cesat bloccando nei fatti l’operatività dei pagamenti dei fornitori e dei dipendenti, anche se in qualche modo si sta riuscendo a versare gli stipendi. In più la Cooperativa ha sofferto in questi ultimi mesi i ritardi dei pagamenti di alcuni editori a loro volta in difficoltà per il drastico crollo delle entrate pubblicitarie. Nata nel 1986 e operativa dal 1987, la Nuova Cesat ha oggi una trentina di dipendenti e, con due rotative per giornali, stampa soprattutto pubblicazioni locali, sia di informazione, sia di annunci economici. Stringendo i denti, facendo molti sacrifici e ricorrendo alla cassa integrazione straordinaria a rotazione, conclude Pacca, stiamo reggendo ma il futuro dell’azienda è legato allo sblocco del sequestro dei conti per cui a Firenze si attende la sentenza del Tribunale del riesame , forti del fatto che la Nuova Cesat “non ha alcuna responsabilità per i reati ipotizzati dall’indagine in corso”.
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